Sui visi degli undici velisti stanchezza ma soprattutto molto sollievo dopo una tappa che si è trasformata in una vera maratona di quasi 9.100 miglia per il team costretto a fermarsi cinque giorni nel porto cileno di Puerto Montt per riparare i danni subiti nelle dure condizioni del pacifico meridionale. Lo skipper Chris Nicholson ha descritto la tappa così: “Questa tappa, prima che lasciassimo Auckland, aveva un potenziale enorme per noi. Uno dei nostri fattori di forza era l’affidabilità. Ma, come succede sempre in questa regata, ci sono state delle sorprese e questa è stata una di quelle per noi. Avevamo fatto moltissimi test sulla barca e non avevamo mai avuto alcun problema. Quindi quello che è successo è stato inaspettato e deludente. Però la reazione del team si è dimostrata tutto tranne che sorprendente o inaspettata, tutti hanno lavorato duro per risolvere il problema che ha drenato risorse e energie per quello che è stata quasi una ricostruzione della barca in Cile, prima di poter rientrare in gara.” Secondo Nicholson quanto accaduto ha rinforzato la coesione nel team: “Sì, le avversità rendono il gruppo più forte e noi siamo più forti che mai.” Nicholson si è detto comunque felice di ottenere i punti del quarto posto. “Sono 15 punti preziosi, non sapremo quanto fino alla fine a Galway. Ho l’impressione che saranno vitali.”
Per l’equipaggio e lo shore team di CAMPER i prossimi giorni si prospettano decisamente intensi, visto che oltre a recuperare le forze tutti saranno impegnati a mettere a punto la barca per i prossimi impegni, la DHL In-port race di sabato ma soprattutto la sesta tappa da Itajaì a Miami, che partirà domenica. “Credo dovremo togliere l’albero, ha fatto 9.000 miglia senza essere controllato quindi ha bisogno di una verifica. La barca è in condizioni perfette, quindi probabilmente non dovremo toglierla dall’acqua. Però ci sono una serie di piccolo lavori da fare. Potremmo anche scendere dalla barca e tornare sabato, prenderci una pausa, ma è possibile che un piccolo problema si trasformi in uno più serio, quindi non faremo così. Lo shore team lavorerà duro per riportare tutto al massimo, e conoscendoli i ragazzi faranno tutto ciò che è necessario. Ciò che mi preoccupa non è la mancanza di riposo ma piuttosto la mancanza di preparazione sulla meteo della prossima tappa. Dovremo leggere con attenzione le note del team di terra per capire cosa ci aspetta.”
A Itajaì, intanto i primi tre arrivati PUMA, Telefonica e Groupama sono stati rimessi in acqua dopo essere stati sottoposti a un refit completo, nei primi due casi, mentre i francesi hanno anche effettuato lavori alla parte poppiera dello scafo e montato l’albero di rispetto in sostituzione di quello rotto nelle fasi finali della tappa. Da parte sua Abu Dhabi è ancora sul cargo che lo sta trasportando in Brasile e il team di tecnici, a cui si sono aggiunti alcuni costruttori, è pronto per mettersi al lavoro e sostituire un’ampia zona della prua con pezzi in carbonio preparati ad hoc. “Tutto è pronto a parte il pezzo finale del puzzle, la barca.” Ha detto il direttore del team Jamie Boag. “Si dovrà lavorare a tempo pieno per completare il lavoro, e abbiamo studiato la procedura nel dettaglio per essere certi che tutto sia fatto nella maniera più efficiente possibile. Tuttavia, non possiamo permetterci di affrettare le cose.” La scadenza che si sono posti i componenti del team è di poter tornare in acqua prima di sabato. Il programma prevede infatti che si ritorni alla competizione, con la DHL In-port Race Itajaí sabato 21 aprile alle 19 ora italiana (le 14 locali) prima prova che assegna punti, e il giorno seguente domenica 22 aprile la partenza della sesta tappa che porterà la flotta a Miami, in Florida USA, per un totale di oltre 4.800 miglia.
Ordine d’arrivo quinta tappa, Auckland/Itajaì:
1. PUMA Ocean Racing powered by BERG: 19d 18h 09m 50s
2. Team Telefónica: 19d 18h 22m 29s
3. Groupama sailing team, 23d 12h 58m 44s
4. CAMPER with Emirates Team New Zealand, 30d 11h 35m 44s
5. Abu Dhabi Ocean Racing, ritirato dalla quinta tappa
6. Team Sanya, ritirato dalla quinta tappa