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Chi tutela gli istruttori di vela: ultima parte del viaggio nella categoria

 Gli istruttori di vela chi li tutela? Chiudiamo il nostro viaggio all’interno della categoria degli istruttori di vela, svolto grazie alla collaborazione con gli organizzatori del sondaggio Istruttoridivela.it che ha avuto l’obiettivo di capire meglio quale è la reale situazione. E’ un tema che in questo ultimo periodo di lock down ha messo in risalto i limiti normativi e soprattutto che c’è bisogno di tutelare sia la categoria, sia le asd che gestiscono le scuole di vela che non possono garantire un impegno che non sia limitatamente stagionale.

Quanti sono orientativamente gli istruttori assunti a tempo pieno?

Attenendosi ai dati raccolti, sono circa 90 gli istruttori “assunti” di cui una trentina con contratto a tempo indeterminato e gli altri a tempo determinato.

Tutti gli altri hanno incarichi occasionali, contratti di collaborazione a progetto, partita iva e altre tipologie di accordo contrattuali arrivando persino alla semplice stretta di mano o pacca sulla spalla.

Il contratto di lavoro a tempo pieno presuppone un monte ore massimo stabilito in 40 ore settimanali. Se si va a valutare, ad esempio, l’attività svolta dagli allenatori delle squadre agonistiche derive, si nota subito che il monte ore settimanali previsto per legge, viene abbondantemente superato considerato che, sempre dai dati raccolti, emerge un altro dato importante: l’istruttore, non fa solo l’istruttore.

Alla domanda “quali sono le tue mansioni nell’ambito del club?”, è emerso che ogni istruttore svolge almeno due-tre ruoli se non di più, ad esempio si occupa dei rapporti con le scuole per i progetti Vela Scuola, organizza corsi estivi, si occupa della gestione regate, fa il posa boe etc etc. Tutto questo senza voler considerare l’aspetto prettamente agonistico e la parte relativa alle trasferte dove il monte ore cresce in maniera esponenziale e le responsabilità anche.

 

PROPOSTA DI VARIAZIONE DEL CODICE DELLA NAVIGAZIONE 

La legge va a normare l’attività di chi fa didattica nell’ambito delle scuole finalizzate all’ottenimento della patente che abilita alla conduzione a vela, ovvero le scuole nautiche. L’istruttore di vela si occupa di una disciplina sportiva, anche se auspica che molti degli allievi continuino a navigare prevalentemente a vela e magari diventino armatori e quindi conseguano la patente. Non è questo il lavoro e non è di questo che si occupano gli istruttori e gli allenatori di vela. Va normata questa attività in ambito sportivo. L’istruttore/allenatore lavora proteggendo gli allievi in un ambiente meraviglioso ma insidioso, assumendosene tutte le responsabilità individuate dalla federazione e andando spesso oltre, senza godere delle tutele giuridiche necessarie. Ciò a voler sottolineare che non si tratta di un problema meramente economico. In un quadro normativo chiaro, gli atleti gioverebbero di una programmazione più lineare che migliorerebbe la didattica e di conseguenza i risultati in ambito sportivo. Questo è solo uno degli innumerevoli vantaggi che conseguirebbe non solo l’istruttore ma il mondo sportivo nel suo complesso.

LE TUTELE DELLA CATEGORIA

Quando l’emergenza Covid 19 giungerà al termine, sicuramente ci sarà qualche cambiamento inevitabile. La sola adesione al decreto Cura Italia ha portato alla luce una serie di problematiche mai affrontate prima, e inevitabilmente, l’intero movimento sportivo dovrà affrontarle.

L’idea del sindacato non rientra nei programmi così come quella della associazione; fondamentalmente, fintanto che, la legge sulla nautica resta in alto mare, la rappresentanza della categoria è affidata alla Federazione, e la stessa dovrebbe fornire ai circoli una serie di informazioni utili alla tutela degli istruttori.

Certamente quando la legge entrerà in vigore, nascerà un sindacato, una associazione o comunque un gruppo che si proporrà di tutelare gli istruttori professionali e non. Fino ad allora si navigherà a vista.

 

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