Giovanni Malagò, presidente del CONI, il Comitato Olimpico Italiano, è stato eletto membro indipendente del CIO, cioé il Comitato Olimpico Internazionale e questa carica non è conseguenza del fatto che è presidente di un comitato nazionale, bensì della sua capacità istrionica di promuovere lo sport a tutto tondo in tutti i contesti. Questo è il riassunto di quanto emerso durante il vertice a Buenos Aires dove sono in corso di svolgimento le Olimpiadi giovanili …e lui è lì presente a tifare per i suoi ragazzi di tutti gli sport. Questo articolo non vuole essere un momento di piaggeria verso i vertici dello sport nazionale ma quanto il riconoscimento del lavoro svolto negli ultimi anni. La sconfitta di Roma2024, una sconfitta tutta interna dovuta a ragioni politiche, rappresenta un piccolo incidente di percorso dovuto al tipico autolesionismo italiano. Ma di contro i successi della candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi Invernali del 2026, piuttosto che il commissariamento della Federazione Italiana Giuoco Calcio, per non parlare l’accurata valorizzazione di tutti gli sport olimpici (vedi il mondiale di pallavolo organizzati insieme alla Bulgaria) sono il risultato di una sapiente azione sinergica diplomatica. Del resto il presidente già nella sua veste di membro del Circolo Canottieri Aniene, aveva dato ampia dimostrazione di relazioni. Non è un caso che il circolo romano sia un club esclusivo dove politici ed imprenditori disquisiscono o praticano lo sport. Per non parlare della sua storia personale di compagno di Lucrezia Lante della Rovere, da cui ha avuto le due figlie Ludovica e Vittoria, con cui si è lasciato mantenendo ottimi rapporti interpersonali. E’ un uomo scaltro, arguto e sagace, ma soprattutto è uno sportivo, che oltre alla sua passione per il calcio e il calcetto (note le partite con il capitano della AS Roma Francesco Totti) è sempre presente a tutti gli sport, soprattutto quelli minori: pallavolo, pallacanestro, vela, scherma, biathlon, non c’è sport che il presidente non ami tifare.
Questo, dopo un primo quadriennio olimpico, è il momento di raccogliere quanto seminato e nonostante le amicizie altolocate, il ruolo di membro indipendente se lo è conquistato sul campo dimostrando la sua passione. Questo è un bene per lo sport italiano, peccato che non sia stato sfruttato con le Olimpiadi estive di Roma, lo sarà, speriamo, per quelle Invernali di Milano-Cortina. Invitiamo a leggere l’articolo della testata Sporteconomy in cui si celebra il risultato. Dopo l’inossidabile Pescante arriva Malagò, sicuramente un valore da sfruttare con candidature per l’organizzazione di campionati iridati di altri sport….basta calcio, w lo sport!