Oceano

Intervista a BERT MAURI, Costruttore del Class40 Bet1128

Per farvi conoscere meglio l’avventura del Bet1128 Sailing Team abbiamo intervistato una serie di operatori che da dietro le quinte hanno permesso a Gaetano Mura e Sam Manuard, di gareggiare in quella fantastica transoceanica nominata Transat Jacques Vabre. BERT MAURI, Costruttore del Class40 Bet1128.

Bert buon giorno, tu hai realizzato la barca su cui sta correndo Gaetano Mura con Sam Manuard, l’architetto che l’ha progettata. Apparentemente i Class40 sono simili fra loro. A te chiediamo quali sono le caratteristiche peculiari di queste imbarcazioni.

Si ho costruito la barca BET1128, su progetto di Sam Manuard. In realtà ne ho già costruite tre su suo progetto. I Class 40 sono barche relativamente semplici, con un regolamento fatto per limitare i costi. Le dimensioni principali (lunghezza, larghezza e pescaggio) sono limitate, così come il dislocamento. Non si possono utilizzare fibre di carbonio per la costruzione. Questo non significa che non siano barche veloci…sono leggere e piuttosto “tirate”. L’avaria è sempre dietro l’angolo, poi ci si augura sempre che tutto vada bene…

Puoi dirci cosa rende Bet1128 diversa dagli altri Class40?

Sam è un progettista molto giovane, e ha già progettato e costruito quattro diverse barche da Class 40, ognuna evoluzione della precedente. La prima la fece costruire in Canada, poi la seconda l’ho fatta io per me. BET1128 è la terza, quindi è già abbastanza “matura” e attenta ai dettagli. Non si può usare il carbonio, quindi ci concentriamo sui processi produttivi: noi usiamo resine epossidiche e laminiamo solo sottovuoto. Questo è il massimo che si può fare oggi, considerando appunto i limiti di regolamento. Un Mini Transat (barca di clase transoceanica da 6,5 mt ndr) invece è una barca molto più tecnologica. Per il resto, quando si hanno mezzi così simili, sono altri i fattori che influenzano. I salti di vento, la fortuna, e naturalmente chi sta a bordo, “l’autista”… Gaetano e Sam sono un equipaggio con una grande motivazione e già buona esperienza, quindi riescono a comportarsi bene in regata. Nonostante un po’ di sfortuna. Ecco, anche le rotture sono un elemento che condiziona una gara così.

E infatti Bet1128 ha subito parecchi danni e a più riprese. Prima l’albero, poi il bompresso, ieri mattina nuovamente il bompresso. Si tratta di barche troppo esasperate?

E’ sempre così. Io costruisco quasi esclusivamente barche da regata, quindi lo vedo ogni giorno. Bisogna estremizzare tutti i dettagli per rendere il mezzo veloce e competitivo, e spesso anzi si usa la regata per sperimentare nuovi materiali o nuovi pezzi. Ma è normale che sia così, è lo spirito delle gare.

Immagino che tu conosca Gaetano piuttosto bene. Quali sono le sue peculiarità, una caratteristica che hai notato e spicca più delle altre?

Gaetano è una persona molto spontanea. Ci siamo presi subito bene, perché anche io sono uno che non ama i formalismi e va al sodo delle questioni e dei rapporti. Detto di questa affinità, di lui si può dire che è un vero amante della natura, non solo delle regate. Un altro amico come Pietro d’Alì se pensa ad andare in barca immediatamente è spinto dalla voglia di gareggiare, mentre per Gaetano anche l’aspetto di rapporto con l’elemento naturale è una motivazione molto grande. Gaetano se potesse passerebbe più tempo in acqua che a terra.

Grazie Bert, a presto.

#BuonVentoGaetano

 

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