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La casa dei libri per sognare l’avventura: Marco Rossi un navigatore tra le montagne

di Geraldine Schwarz

Per raccontare qualcosa di Marco Rossi, non sai bene se iniziare dalla casa dei libri dedicata alla letteratura di viaggio, che inaugurerà a Giugno  in una nordica penisola norvegese, dal suo ultimo libro “Atlante romantico dell’Oceano Pacifico” appena edito da De Agostini, o da Nordligth, il progetto di accoglienza e skisailing con il quale porta turisti e viaggiatori a “navigare tra le montagne” con le crociere della luce, a caccia di bellezza e di aurore boreali.  Forse, è bene cominciare dal mare. Laureato alla Bocconi, dopo una carriera da manager, comincia a viaggiare in moto e barca a vela dove inizia da autodidatta più di vent’anni fa. Appassionato di mare, e di freddo, ha navigato in Alaska, Patagonia e nord Atlantico fino in Norvegia dove ha trovato un “porto”, in una penisola apprezzata dalle orche, tra i picchi innevati dell’isola di Vannoya e il mar di Barents.

Un microscopico borgo ai confini del mondo

Un microscopico borgo di poche case ai piedi del Vanniska e del Peppertinden che dalla loro altezza di circa 1000 metri sorvegliano una  comunità di circa 800 persone che vivono insieme ai confini del mondo. Qui, in questo angolo di cielo nordico, tra mare, cielo e montagne, Marco Rossi ha deciso di fermarsi per un po’, dopo anni in cui viveva cinque mesi all’anno in barca.  Ha attraccato la sua Cadeau, uno swann44 al porto di Kristoffervalen ha comprato due case e ha inaugurato la piccola base di Nordlight su 15 ettari di terra e con 1 km di baia sulla costa. In una casa rossa, accoglie turisti a caccia di aurore boreali e li accompagna in skisailing e nella seconda, una casa bianca, in legno, che ha 101 anni, sta allestendo una casa dei libri, una casa biblioteca dedicata alla letteratura di viaggio per viandanti, lettori e viaggiatori che sono alla ricerca di storie.

 

The house of books di Nordlight

“Mi sono fermato qui – racconta Rossi – perché in Norvegia ho trovato amici fantastici, mi piacciono i posti freddi e penso che questa luce indaco con tramonti interminabili e aurore boreali notturne renda questo il posto più bello del mondo.  Quattro anni fa sono rimasto colpito quando ho visitato la cittadina di Mundal su un fiordo norvegese, le case private sono trasformate in una grande libreria diffusa, 24 case e 280 abitanti per 150 mila libri. Tu entri, perché in Norvegia le case sono aperte,  leggi e se vuoi, compri. Io cercavo un porto in un certo senso e quando ho trovato la casa dei libri a Vannoya ho capito che quello che voglio che diventi è un luogo di ritrovo, dove chi viene possa ritrovarsi. E leggere. E stare. Insomma, un rifugio per viaggiatori alla fine del mondo. Come capita in questi casi ho  trovato tutto quasi per caso mentre Cadeau entrava nel porto di Kristoffervalen in uno di quei pomeriggi da plaid in cui ti auguri solamente di trovare un molo e di trovarlo in fretta.“ Ad oggi la casa, tredici finestre sul mar di Barents, è quasi pronta, mancano solo i bagni e inaugurerà a Giugno. Per ristrutturarla solo o quasi materiali da riciclo e volontari arrivati da diversi paesi grazie al network di Workaway.  Le cornici delle finestre sono vecchi muri divisori, così come le future mensole, le porte sono diventate tavoli e tutto lo scarto si usa per il riscaldamento. Non c’è connessione né mai ci sarà. E stanno arrivando anche i primi libri. De Agostini manderà 40 anni di National Geographic, più libri, cartografie, atlanti, mappe e poi Iperborea altri libri sulla letteratura del Nord,  per citare solo alcuni degli editori che hanno già aderito per inviare storie, libri, pezzetti di una grande letteratura di viaggio. Il problema adesso – racconta Marco Rossi – sarà portarli lassù, cassa per cassa…”

Il libro, appena edito da De Agostini, “Le onde del libero arbitrio- Atlante romantico dell’Oceano Pacifico”

Duecento pagine appena edite da De Agostini, per la seconda versione del libro (la prima, autoprodotta) che racconta un viaggio del ’99 dall’Alaska a Capo Horn, 11 mila miglia in barca con un equipaggio di scriteriati che non sapevano tanto andare per mare, come racconta il suo autore. “Ho trovato compagni di viaggio mettendo annunci negli ostelli, sono arrivati in sei, da diverse parti del mondo compresa una ragazza italiana che veniva da Lesa, mio paese d’origine. Si sono imbarcati a Seattle ma io ero partito dall’Alaska. Eravamo piuttosto impreparati ma pronti all’avventura e non abbiamo mai avuto alcun problema, un guasto, qualcuno che si è fatto male, niente.  Perché il Pacifico, è pacifico, come diceva Magellano. E’ una pozzanghera in confronto all’Atlantico. Il Pacifico è blu, amorevole, l’Atlantico è verde ed è una carogna.” Le onde del libero arbitrio è un viaggio geografico e metafisico attraverso l’Oceano Pacifico, dall’Alaska alla Patagonia. L’aspetto geografico è estratto dai libri di bordo compilati dall’autore durante la sua navigazione, quello metafisico deriva dalla rilettura di quei diari a distanza di vent‘anni. Pagina dopo pagina ci si trova immersi in un altro tipo di viaggio, in cui l’autore cerca di capire se la rotta di ognuno di noi sia scritta nel destino oppure se sia frutto del libero arbitrio. Un libro di viaggio costruito come un portolano con delle parti di descrizione delle onde, dei porti, ma non solo geografico, anche filosofico e per questo “romantico” perché tendente all’infinito. Alla fine, la domanda per chi viaggia in mare sembra essere questa, come suggerisce la lettura del libro, viaggiando, si arriva da qualche parte o si è appena partiti?

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