Il periodo per le iscrizioni alla 36a America’s Cup è scaduto il 30 novembre. Ma secondo il protocollo c’è tempo fino al 31 dicembre pagando una iscrizione del valore doppio rispetto a quella della regolare scadenza. In sostanza 2 milioni di euro anziché 1 milione. Il Royal New Zealand Yacht Squadron ed Emirates Team New Zealand confermano che ci sono state altre 8 richieste di informazioni per diventare sfide ufficiali. Secondo i documenti solo uno di questi team sembra realmente in grado di aver un budget di circa 60 milioni di euro per partecipare alla prossima edizione. Ad ogni modo è iniziato un processo di verifica che dovrebbe dare indicazioni reali sul team realmente accreditato.
“Siamo davvero contenti del livello di interesse che è stato dimostrato da tutto il mondo per il numero di potenziali sfide che sono state presentate entro la scadenza“, ha dichiarato il CEO di Emirates Team New Zealand, Grant Dalton. “Tuttavia, dobbiamo rimanere cauti e non saltare alle conclusioni sul numero finale di squadre. È solo quando il processo di accettazione è stato completato che sapremo quanti si sfideranno nella Coppa Prada al fianco di Luna Rossa, American Magic e INEOS Team UK. ”
Ma chi sono i potenziali entranti? Due richieste sono pervenute dall’Italia: una dalla Sardegna ma l’iscrizione è arrivata con uno yacht club di Malta, un’altra arriva da Imperia anche se lo slancio verso la Coppa America sembra essere diminuito nelle ultime settimane. Le altre sfide arrivano dagli USA (2), dalla Norvegia (1), dal Giappone (1), dalla Cina (1) e dall’Olanda (1). Ora però bisognerà capire se effettivamente questi team avranno soldi e risorse tecniche per poter partecipare. Voci di banchina danno quella certa di un team proveniente da Chicago (USA) che sembra l’unica con le risorse necessarie per correre e recuperare il gap con gli altri. Tra questi gap c’è ovviamente il coinvolgimento e la creazione di un team di alto livello che dovrà avere come primo requisito la residenza USA. Ma prima della residenza USA sarà necessario un visto ESTA per entrare in terra d’America. Sicuramente un visto di natura lavorativa che si diversifica da quello di natura turistica ma l’unica modalità per ottenerlo è seguire le procedure standard che per quanto veloci toglieranno altro tempo alla sfida vera e propria.
Il visto ESTA è un’autorizzazione di viaggio obbligatoria per chi entra negli Stati Uniti per via marittima o aerea per turismo, transito o affari. Solo i viaggiatori in possesso di una cittadinanza valida da paesi che rientrano nell’ambito del Visa Waiver Program (Programma di esenzione di visto d’ingresso) hanno diritto a richiedere un ESTA. In mancanza di tale documento, l’accesso alla frontiera potrà essere rifiutato e potrà essere richiesto il pagamento di una multa ingente. È consigliabile presentare domanda il prima possibile.
Tutti aspetti che i dirigenti del nuovo team dovranno tener ben presenti. Ad ogni modo tutto sarà ufficiale nel prossimo mese.
“Siamo davvero orgogliosi di avere questo numero di iscritti per la 36° America’s Cup, che è la conferma che il nuovo concetto di barca AC75 e la sede ad Auckland, Nuova Zelanda, è vincente”, ha concluso Dalton.