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La vela oceanica strumento interessantissimo per l’apprendimento delle materie scientifiche: parola di Ambrogio Beccaria

SERIE 943 / Ambrogio BECCARIA

La Mini Transat non è una regata, ma una vera avventura di iniziazione per marinai tosti che vogliono sfidare l’oceano atlantico. Ideata nel 1977, si corre con mini bolidi di soli 6,50 metri che si ritroveranno il 22 settembre sui nastri di partenza di La Rochelle in Francia, destinazione Martinica. E’ uno di quegli eventi che i francesi amano seguire e tifare e che meritano la prima pagina de L’Equipe, il quotidiano francese sportivo. Per l’edizione del 2019, la ventiduesima, ci sarà anche un italiano che partecipa per la seconda volta e questa volta molto più determinato e convinto delle proprie potenzialità: Ambrogio Beccaria.

CHI E’ AMBROGIO BECCARIA

Ambrogio, milanese classe 91, è un giovane ingegnere nautico che appassionato di vela sin da bambino, partecipa a diverse regate su derive, fin quando non arriva l’amore a prima vista dell’altura in solitario. Incontra infatti nel 2013 per la prima volta il Mini 6.50, quello di Stefano Paltrinieri, massimo esperto di queste barche lunghe appena 6 metri e mezzo. Sarà l’inizio di una lunga storia d’amore.

A pochi giorni dalla partenza della regata in solitario più lunga sui mini 6.50 (da La Rochelle in Francia fino a La Marin in Martinica, Sailbiz ha fatto qualche domanda al giovane navigatore per capire le insidie di un’avventura come quella che sta per vivere. Anche perché la regata si svolge in due tappe quindi metterà a dura la prova l’organizzazione dei marinai: la prima tappa parte da La Rochelle per arrivare alle Canarie. Da qui inizia la traversata dell’Atlantico fino ai Caraibi, in Martinica, per un totale di 4050 miglia di navigazione. La durata della prima tappa è di 1350 miglia e dura mediamente 6-8 giorni, mentre la seconda – 2700 miglia- può arrivare fino a 20 giorni di mare per chi è alla prima esperienza oceanica.

INTERVISTA SAILBIZ AD AMBROGIO

Ambrogio ben trovato e benvenuto su Sailbiz. La prima domanda da porti è quale budget necessita una campagna mini 6.50 che dia “chance” di vittoria?

Dire che un budget per una campagna Mini dovrebbe essere di 100mila euro, io ne ho racimolati circa 70mila. Quindi mi reputo soddisfatto, anche se qualcosa in più mi sarebbe servita.

Di questo importo quanto va per la parte tecnica e quanto per la comunicazione?

Circa il 30% per la comunicazione, 40% per la parte tecnica (manutenzione barca e vele) e il resto in logistica e mio sostentamento personale. In questi due anni non ho mai previsto uno stipendio per me e quello che ho guadagnato è solo quello che prenderò dalla vendita della barca dopo che è finita la Mini. Quindi è fondamentale ben figurare!

E quindi quale percentuale è coperta dai tuoi sponsor e quanto dalle tue risorse?

Tutto arriva dagli sponsor però all’inizio c’è stato un mio investimento iniziale: questo investimento personale è stato di 15mila euro che però mi torneranno e poi ho fatto dei prestiti, uno con la banca, uno con un privato e uno con … mio padre!  A tutti quanto dovrò ridare i soldi in tempi diversi. Devo aggiungere a questo che io non ho un vero e proprio shore team e che tutto il lavoro a terra (dalla preparazione dalla cambusa al refitting) è stato fatto con l’aiuto di Vittoria Ripa di Meana, che oltre a essere un ingegnere nautico come me, è la mia fidanzata. È lei che mi ha risolto e risolve una marea di problemi che nella preparazione di un’impresa del genere ci sono giornalmente.

Complimenti per la determinazione e la tua, anzi vostra, capacità organizzativa. Come mai un’azienda Svizzera del settore giocattolo ha deciso di investire in un navigatore oceanico?

Premetto che la Svizzera ha sempre investito molto sulla vela, sponsorizzando velisti come Bernard Tamm, Alan Roura, Valentin Gautier. Anche il progetto di Alinghi è svizzero. E poi bisogna dire che Geomag è un’azienda svizzera ma un amministratore delegato italiano, questo sicuramente ha facilitato le cose. Detto questo, a Geomag interessava proprio un progetto internazionale e rivolgersi soprattutto al mercato estero, e visto che la Mini Transat in Francia è molto seguita, questo di certo ha avuto una grossa importanza. E aggiungo che altri tre co- sponsor che sono invece italianissimi: Tarros, Ambeco e Lorenzi Hub.

SERIE 943 / Ambrogio BECCARIA

Con gli sponsor avete organizzato insieme qualche iniziativa speciale?

Tra le iniziative più interessanti organizzate con Geomag c’è sicuramente quello che facciamo con le scuole primarie in tre diversi paesi, Francia (La Rochelle), Spagna (Canarie) e Italia (Milano), con le quali c’è uno scambio molto stimolante legato a questa regata. In sostanza vado in classe a raccontare la mia impresa e poi i ragazzi vengono a vedere la barca oppure nel caso degli italiani mi seguono in modo in modo virtuale durante la traversata. E poi tornerò in classe a impresa terminata. La vela oceanica è decisamente uno strumento interessantissimo per l’apprendimento di varie materie come la fisica, la matematica, la scienza, la geografia.

In Italia è difficile coinvolgere le aziende? Quale potrebbe essere la caratteristica principale della vela da vendere agli sponsor? (Avventura, sfida, ambiente, uomo, organizzazione,.)

In Italia… dipende, la vela da noi non è un settore facile ma se l’azienda ha una vocazione ambientale o è legata all’avventura anche in Italia funziona bene. Mi sembra in ogni caso che in Italia piano piano si stiano aprendo dei canali d’interesse per la vela oceanica intesa proprio come competizione e innovazione, non solo come sfida umana o avventura romantica come è stato in passato.

Una tua opinione sulla scelta della classe altura alle Olimpiadi di Parigi. Vedi una tua campagna olimpica?

Magari! Sarebbe un sogno! Alle Olimpiadi di Marsiglia 2024 in Francia ci sarò l’altura come classe olimpica e la Francia non ha perso tempo, selezionando un equipaggio per i giochi olimpici. Per l’equipaggio italiano non si sa ancora nulla, ma aspettiamo che qualcuno compri una barca adatta e faccia delle selezioni. E’ una opportunità bellissima e molto ambiziosa.

 

 


Ambrogio Beccaria
, skipper di Geomag:

Questa è la mia seconda Transat. Due anni fa avevo una barca vecchia e poco competitiva con cui avevo fatto un secondo posto alla Les Sables-Horta. L’anno scorsa la SAS l’ho vinta e sono due anni che mi alleno ininterrottamente, quindi arrivo con un po’ di pressione sportiva in più, ma anche con più sicurezza. Però, il fatto di essere andato male proprio nell’ultima regata prima di questa [la Transcascogne, ndr] dove ho fatto il peggior risultato degli ultimi due anni, mi ha un po’ abbassato la tensione e riportato alla realtà. Nello stesso tempo quando penso di essere uno dei più forti, mi ricordo che  sono gli altri che devono aver paura di me, non viceversa!

Poi avendola già fatta due anni fa so a cosa vado incontro. So che nella prima tappa potrà succedere di tutto a livello di meteo: potrà esserci bonaccia o vento forte, ma una cosa è certa, il passaggio di Capo Finisterre è cruciale e, anche se non si decide nulla perché la regata è lunga, so di essere un po’ avvantaggiato rispetto ad altri che non l’hanno mai passato. Quello che ho imparato passando di lì è che non to devi mai far trovare impreparato…

La barca è molto diversa come assetto a quella di due anni fa, questa volta ho cercato di evitare pesi inutili e valutare quello che posso riparare in mare, inoltre ho lavorato molto sull’eco-sostenibilità di Geomag: navigo con tre panelli di Solbian da 100 watt che sono molto affidabili, non porterò nessuna bottiglia di plastica, ma solo due borracce che carico con le taniche riutilizzabili  durante tutte le regate. Avrò quindi pochissimi rifiuti: poca plastica, niente vetro, niente carta. Parto più tranquillo dal punto di vista della preparazione, ho più sponsor e più esperienza, ho un allenatore, la barca è infinitamente più pronta di due anni fa, anzi ripensandoci mi chiedo: come accidenti ho fatto a partire così nel 2017? [ride, ndr]

Poi ho tantissima voglia di stare in oceano da solo, soprattutto di fare prima tappa, che è più umana, per così dire; la seconda mi fa più paura anche perché ho una ferita aperta per come è andata due anni quando ho rotto il bompresso ed era stata… molto dura! Infatti da questa gara mi aspetto soprattutto di fare pace con la Mini, perché in effetti ci ho un po’ litigato la scorsa volta. Vorrei arrivare di là, ed essere felice, vada come vada”.

SERIE 943 / Ambrogio BECCARIA

Mini Transat 2019

La flotta partirà come due anni fa da La Rochelle, in Francia, per arrivare a Le Marin, in Martinica. Sulla linea di partenza quest’anno ci saranno 90 iscritti, più che ogni altra edizione precedente.
La regata si svolge in due tappe: la prima parte da La Rochelle il 22 settembre prossimo per arrivare a Las Palmas alle Canarie dopo una settimana, dieci giorni circa. Da qui, il 2 novembre inizia la vera e propria traversata dell’Atlantico fino ai Caraibi, in Martinica. La lunghezza della prima tappa è di 1350 miglia, mentre la seconda – 2700 miglia- può arrivare fino a 20 giorni di mare.
Si uscirà da La Rochelle passando a Nord dell’isola di Oleron, prima di entrare nel temuto Golfo di Biscaglia. In seguito la flotta dei mini doppierà Capo Finisterre, costeggiando il Portogallo. Dal Sud del Portogallo fino a Gran Canaria i venti sono generalmente da Nord, quindi si prevede un arrivo alle andature portanti. Nella seconda tappa invece dopo essere usciti dall’arcipelago, la flotta tenterà di agganciare il prima possibile gli Alisei provenienti da Est che l’accompagnerà presumibilmente fino a Le Marin in Martinica.



I numeri della Mini-Transat 2019


Anno di nascita: 1977
Miglia da percorrere: 4050
Partecipanti: 90 di cui 68 serie e 22 prototipi
Nazionalità: 13
Esordienti in oceano: 76
Giorni di navigazione: 25 circa divisi in due tappe
Italiani in gara: 7
Donne in gara: 8
 

Gli altri azzurri

Gli italiani presenti sulla linea di partenza oltre a Beccaria che è alla sua seconda Mini-Transat, sono tra i serie, quindi diretti competitor di Ambrogio: Marco Buonanni con Bandolero, Luigi Dubini con The Doctor,  Daniele Nanni su Audi Etron e infine Alessio Campriani su Zeboulon. Nei proto ci sono Luca Rossetti a bordo di Arke e Matteo Sericano su Eight Cube.

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