Mentre l’Unione Europea mantiene una quota di mercato ampliamente maggioritaria (ai primi posti Germania, Francia, Austria), si registrano buoni risultati in Russia e Cina; anche la Corea ha dato segnali di evidente interesse. Per capire verso quali Paesi puntare bisogna analizzare la situazione socio-politica e le vicende che stanno cambiando il volto di macro aree.
“Ci troviamo – continua Businaro – di fronte a vere e proprie rivoluzioni che stanno scuotendo una zona strategica per le nostre imprese: il Mediterraneo. Sarebbe miope e dannoso leggere il cambiamento che lì si sta realizzando solo alla luce di possibili conseguenze negative. Quanto accade nel Mediterraneo e nei Paesi del Golfo è l’ennesima prova della straordinaria vitalità del nostro tempo. Fare i conti con quanto sta accadendo in Libia, Egitto, Tunisia e Siria vuol dire anche valutare con estrema attenzione le conseguenze che ne verranno, conseguenze non solo per quelle imprese che hanno investito in quelle regioni, ma anche per il futuro dei nostri scambi commerciali e per i flussi migratori. E, tuttavia, le preoccupazioni per quanto avviene nel mondo arabo non devono nascondere l’enorme potenziale di sviluppo che ne può derivare. Se le rivoluzioni arabe saranno – e non è scontato – un’occasione di crescita economica, dipenderà anche dal ruolo che saprà svolgere l’Europa in quelle regioni”.
Una delle tematiche al centro delle discussioni per favorire lo sviluppo del comparto, è la Supply Chain, ovvero la gestione integrata della catena di fornitura. “Per competere con un mercato globale – afferma il Presidente di Assosport – bisogna studiare una strategia che consideri tutto il network: fondamentale come sempre la collaborazione fra tutti gli attori della filiera per ottenere risultati di successo per i singoli e per l’intero comparto. La questione delle materie prime per la produzione deve essere affrontata in maniera seria per ottimizzare costi-benefici”.
Ma se da una parte l’export sta portando buoni risultati, la crescita in Italia è frenata. “Il Made in Italy – dichiara Businaro – riesce a conquistare il consumatore estero, mentre a soffrire è il mercato interno, nello Sportsystem come negli altri settori. Assosport sta studiando strategie per creare nuove opportunità di business nel nostro Paese”.
Nell’ottica di valorizzare l’attività fisica e rilanciare il settore in Italia, Assosport sarà capofila del progetto “Dote in Movimento”, finalizzato a offrire opportunità a ragazzi tra i 6 e i 14 anni che per motivi di reddito non riescono a fare sport. Il Ministero dell’Istruzione, la Regione del Veneto, le Società Sportive, gli Associati di Assosport e sponsor si uniranno per contribuire ai costi per l’iscrizione ad attività sportive per un totale di spesa di 200 mila euro. Il progetto è stato presentato oggi in occasione dell’Assemblea alla presenza di Elena Donazzan, Assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della Regione del Veneto.
Spiega Businaro: “I dati di una ricerca Coni-Istat – presentata nell’aprile scorso – indicano che sono oltre 22 milioni i “sedentari” in Italia, vale a dire, il 38.3% della popolazione. Un dato allarmante per le implicazioni sociali, cliniche ed economiche. A tale proposito sono tre le azioni concrete avviate quest’anno da Assosport, una delle quali è proprio il lancio del progetto “Dote in Movimento” che ha l’ambizioso obiettivo di creare un fondo da destinarsi agli studenti, di età tra i 6 e i 14 anni, impossibilitati a praticare sport a causa delle criticità economiche della famiglia”.
Il progetto il cui pay off è “I love sport” sarà operativo entro il 2011. Veneto e Lombardia saranno le regioni di lancio di questa iniziativa. Per contrastare il problema obesità è stata fatta inoltre un’analisi internazionale di benchmark, che verrà completata da una campagna di comunicazione per promuovere l’attività fisica dei più giovani. Un’operazione realizzata grazie alla partnership con il Master in Strategie per il Business dello Sport. Verrà consolidata infine la partnership con ANIF, l’Associazione confindustriale che rappresenta i gestori di impianti per il fitness e lo sport.
“L’obiettivo che ci prefiggiamo – dichiara Businaro – è di incrementare il numero di praticanti coinvolgendo i medici di famiglia che indirizzeranno i sedentari a svolgere attività fisica in centri professionalmente certificati”.