Riceviamo e pubblichiamo una bellissima lettera di una giovane atleta che ci ha colpito. La giovane atleta si chiama Benedetta e forse questa lettera è una denuncia contro quello che ancora non si fa abbastanza nello sport
Lo sport, un’arena di integrazione sociale: la mia vela
Lo sport per molti è benessere fisico, per alcuni agonismo ma per tutti un importante strumento di intrattenimento, soprattutto in alcune discipline. In realtà non è solo attività fisica, competizione e divertimento, ma anche un potente strumento di integrazione sociale e crescita di valori personali.
Infatti, la competizione sportiva dovrebbe nascere principalmente dalla voglia di sfidare se stessi e solo successivamente essere una competizione che permette di confrontarti con gli altri. Come è possibile leggere sul sito del CONI, comitato olimpico nazionale italiano, lo sport rappresenta valori fondamentali come il rispetto, l’inclusione e la lotta contro le discriminazioni. Nello specifico il Comitato Italiano Paralimpico, grazie alla pratica sportiva, promuove l’inclusione e diffonde le competizioni di atleti diversamente abili, sensibilizzando la società sull’importanza di abbattere le barriere fisiche e mentali.
Ho avuto personalmente modo di constatarlo partecipando ad una competizione nella mia disciplina, la vela, dove un ragazzo privo di una mano ha dato uno straordinario esempio di impegno e forza di volontà gareggiando alla pari, affrontando noi avversari con determinazione. Il ragazzo ha ottenuto ottimi risultati, dimostrando che coraggio, perseveranza e passione possono superare qualsiasi limite fisico. La sua performance è una testimonianza del fatto che, in ambito sportivo, è l’impegno e la forza di volontà a contare davvero, non le condizioni fisiche o le apparenze. Questo per me è stato un esempio del fatto che lo sport insegna che talento, passione e impegno non conoscono barriere: discriminare qualcuno significa tradire i valori fondamentali che rendono lo sport un linguaggio universale.
Sfortunatamente lo sport non è come molti credono un ambito sicuro, nel quale non esistono discriminazioni, ma purtroppo non è immune dai problemi sociali: se nel mondo troviamo discriminazioni razziali e di genere, queste spesso si riflettono anche nello sport. Alcune discipline, talvolta, invece di essere un esempio di uguaglianza, diventano il teatro di ingiustizie che rispecchiano i pregiudizi radicati nella società.
Ad esempio, la disciplina che pratico richiede intelligenza strategica, resistenza fisica e capacità di adattamento; tutte doti che sono a prescindere dal genere di appartenenza. Ma le donne spesso devono ancora dimostrare il doppio per ottenere lo stesso riconoscimento degli uomini. Caterina Banti, atleta olimpica che ha vinto due volte la medaglia d’oro alle Olimpiadi in due edizioni diverse nella specialità Nacra17, ha denunciato queste disparità di genere. Per me lei è un riferimento assoluto in quanto regato nella stessa disciplina: nonostante il valore universalmente riconosciuto con i fatti, ha denunciato che nella vela esiste disparità, nonostante le donne siano perfettamente in grado di competere ai massimi livelli, anche contro gli uomini e di raggiungere risultati eccezionali: le sue vittorie alle Olimpiadi ne sono una prova lampante.
Caterina in un’intervista ha affermato che il valore di un atleta non dipende dal genere, ma dall’impegno, dalla determinazione e dalla capacità di eccellere nella propria disciplina.
In queste sue parole io mi riconosco e mi impegno quotidianamente affinché la società diventi un luogo di opportunità legate alle doti, ai valori, alle competenze, all’impegno e non al genere di appartenenza.
Brava Benedetta, credi sempre nei tuoi valori e continua a competere con la convinzione che anche le tue azioni potranno cambiare le cose, come questa bella lettera che ci hai inviato. Buon Vento giovane eroina