Oceano

Per Marco Nannini ancora una battaglia “conservativa”

Mi ricordero’ sicuramente questa quinta tappa della Global Ocean Race come quella in cui il tempo si e’ espanso, non siamo neanche a meta’ strada ma sento come se fossi in barca da nove mesi consecutivi. Forse l’anticipazione della fine imminente di tutta la regata fa stranti scherzi con la mia mente, o forse semplicemente e’ colpa delle condizioni meteo che abbiamo incontrato, fra le piu’ frustranti di tutta la regata. Dopo esserci portati al comando nei primi giorni di regata siamo stati superati, come purtroppo avevamo previsto, da Cessna. Siamo riusciti a stargli vicino per parecchio tempo poi abbiamo perso terreno molto rapidamente. Una sequenza di piccole decisioni e pieghe del meteo che ci hanno tutte giocate contro, prima eravamo troppo a sud in venti piu’ leggeri, quando finalmente abbiamo trovato aria piu’ intensa a nord ci siamo imbattuti in una zona in cui la  corrente del golfo curvava ed era contraria, dandoci quasi 36 ore in cui il flusso avverso raggiungeva a volte anche due nodi e mezzo facendoci  probabilmente perdere oltre 50 miglia solo cosi’.

Quando il vento e’ ruotato a nord dopo il fronte freddo Cessna ha trovato le sue condizioni ideali ed ha spiccato il volo, l’abbiamo osservata bruciare le miglia ma i nostri occhi erano gia’ distratti da una nuova e ben piu’ seria preoccupazione. Il modello meteo aveva iniziato a prevedere una forte depressione in formazione alcuni giorni piu’ avanti confermata ad ogni successivo bollettino e data in approfondimento con venti di almeno 40 nodi ma forse anche di piu’.

Ancora una volta la mia attenzione e’ passata dalla regata alla sicurezza nostra e della barca. Indipendentemente dalla posizione in cui finiamo in
questa tappa avremmo ottenuto il secondo posto nella classifica generale a punti ma se per un’avaria non finissimo potremmo cedere il nostro secondo posto a Phesheya. In altre parole, il nostro obbiettivo numero uno e’ finire la tappa indipendentemente dal risultato, condizione essenziale
per preservare il nostro posto in classifica. Le barche sono stanche dopo cosi’ tante miglia e lo siamo anche noi, quindi inutile prendersi rischi inutili.

 

Abbiamo dunque tolto il piede dall’accelleratore e invece di lanciarci in un folle inseguimento di Cessna, abbiamo deciso di rallentare e scadere verso sud per meglio posizionarci rispetto alla bassa pressione in formazione, che dovrebbe cosi’ colpirci e superarci prima di essere ancora diventata profonda e pericolosa.

Il distacco con Cessna e’ aumentato rapidamente, loro devono continuare a correre per evitare il peggio e sperare che la bassa inizi a dirigersi a nord allontanandosi dalla loro traiettoria. Anche Cessna deve finire la tappa per confermare il proprio primo posto, se si ritirassero per avaria ci  regalerebbero il gradino piu’ alto del podio ma questo non possiamo certo augurarcelo, in fondo hanno fatto una bella regata e si meritano il loro primo posto, speriamo anzi la loro scelta non li metta nei guai.

Mi rendo conto che la nostra scelta non ha molto di eroico ma ragionando a sangue freddo e calcolatore questa e’ la scelta piu’ sensata per il risultato complessivo, trattare la barca come fosse di cristallo e portarla fino al traguardo e gioire di un secondo posto complessivo che mai mi sarei aspettato. Anche se superassimo Cessna al traguardo purtroppo risulteremmo comunque secondi nella classifica a punti, la classifica cambierebbe solo se noi o loro ci ritirassimo, quindi abbiamo piu’ da perdere che da guadagnare se decidessimo di spingere la barca al limite in un inseguimento a tutto testosterone.

Ci prepariamo dunque per la sventolata dei prossimi giorni, speriamo di correre verso la Francia senza far danni, ne avremo per almeno due giorni
di venti molto intensi, c’e’ da augurarsi che il mare non diventi ccessivamente fastidioso.

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