I vigili del fuoco costretti a demolire la struttura; Donà delle Rose: «Lo rifaremo più bello di prima» articolo da Il Tempo
Un operaio intossicato, moltissimo fumo, panico, disorientamento: sensazioni forti per un «gioiello» distrutto dalle fiamme e demolito con l’ausilio di una gru dai vigili del fuoco, per pericolo di crolli.
La fine dello Yacht Club di Porto Rotondo, sulla Costa Smeralda, approdo esclusivo e luogo di ritrovo dei vip di tutto il mondo,
si è consumata come un cerino – e non è un caso perché elegantemente costruito in legno – intorno alle 11 di ieri mattina.
«È andato distrutto un pezzo di storia di Porto Rotondo, ma lo rifaremo più bello di prima», il commento del conte Luigi Donà delle Rose che,
comunque, ha già fatto sapere che il calendario delle regate andrà avanti. Poi si penserà alla ricostruzione. Oggi, infatti, prenderà
il via la regata del Trofeo Bailli de Suffren. Numerose le barche centenarie che, partite da Saint Tropez, raggiungeranno Montecarlo passando
da Porto Rotondo e Gaeta. Ieri gli scafi storici sono stati posizionati in rada per evitare che venissero danneggiati e per rendere più agevoli
le operazioni di spegnimento dell’incendio. Fu proprio il conte Donà delle Rose, 25 anni fa, insieme col fratello Nicolò,
a far aprire lo Yacht Club in quella struttura completamente distrutta mentre erano in corso i lavori di costruzione di una terrazza
al secondo piano dell’edificio. I danni ammontereebbero a oltre un milione di euro. Amareggiato Donà delle Rose anche per la «qualità»
della perdita: «Non è solo una questione di soldi – ha detto – ma sono andate distrutte opere d’arte, arredi, quadri e libri antichi,
collezioni straordinarie donate dagli iscritti. Un evento che mi ferisce profondamente.
Ma ricostruiremo tutto, ancora più bello di prima: se fosse necessario troveremo nuovi soci che ci aiutino e che ci donino
altri pezzi altrettanto pregiati». Le fiamme, partite da un tetto dove degli operai stavano usando la fiamma ossidrica,
hanno avvolto la parte superiore dell’edificio. Sono intervenuti i Vigili del fuoco di Olbia che hanno cercato di limitare i danni.
Un po’ di storia. Fondato nel 1985, lo Yacht Club Porto Rotondo due anni dopo venne incorporato come sede «distaccata» dallo Yacht Club Costa Smeralda,
presieduto dall’Aga Khan, per poi tornare «autonomo» dieci anni dopo grazie all’iniziativa dell’ammiraglio Luciano Fontana e del presidente
Gian Battista Borea D’Olmo. In quel periodo la Marina di Porto Rotondo venne venduta dall’Aga Khan alla famiglia di imprenditori sardi Molinas.
Negli anni lo Yacht Club ha visto passare ospiti come Silvio Berlusconi ma anche i Barilla, i Bulgari, Malagò, la stilista Mariuccia Mandelli,
in arte Krizia. E ancora, personaggi come Marta Marzotto e Alessandro Gucci.
La prima ha reso una testimonianza drammatica: «Abbiamo visto le fiamme e il fumo che salivano, non riuscivamo a capire cosa stesse succedendo.
Abito proprio sul porto e ho temuto, anche se solo per un istante, che le fiamme potessero propagarsi fino a noi».
Alessandro Gucci, fino all’anno scorso socio dello Yacht Club, è addolorato per la distruzione della struttura: «Il mio Alcor 2
(un San Germani di 80 piedi, costruito nel 1958 interamente in legno, n.d.r.) è stato più volte su quelle banchine e penso anche ai
rischi corsi dalle barche storiche ormeggiate ieri. Nulla da dire sull’efficienza dell’approdo e della struttura, è stata solo una maledetta disgrazia».