DataInsight, Havas Media Group, lo ha chiesto agli italiani. Forse un modo per capire la crisi dell’editoria? Per non parlare di quella nautica. Da leggere per intuire dove sta andando e di come il cartaceo sia solo uno strumento B2B per raccogliere pubblicità che non dà nessun valore aggiunto agli utenti. I marina, i porti, i cantieri potrebbero agevolarsi assumendo come tutor giovani nativi digitali. Ma ancora non è chiaro. DataInsight, il team di Data Strategists di Havas Media Group, ha lanciato un sondaggio quantitativo per rispondere ad alcune delle domande sempre più frequenti sui social network. I social network fanno ormai parte della nostra quotidianità, ma li usiamo tutti nello stesso modo? Quali sono le peculiarità che gli utenti riconoscono ai diversi social e, di conseguenza, quali sono le opportunità strategiche che i brand dovrebbero cogliere? Per dare una risposta a queste domande DataInsight ha condotto una ricerca intervistando 200 italiani tra i 18 e i 55 anni, fruitori attivi dei tre principali i social network: Facebook, Instagram e Twitter. Da Spotandweb
Il device da cui si si connettono più spesso è lo smartphone (96%), a seguire tablet (91%) e PC (50%). In media gli italiani spendono 2.5 ore al giorno sui social e, nello specifico, la piattaforma più utilizzata è Facebook: il 50% dei rispondenti è connesso da 1 a 4 ore, a differenza di Twitter e Instagram a cui ci si connette in modo meno continuativo e per un periodo di tempo più ridotto. Facendo una distinzione tra fasce d’età, i più attivi e fedeli sono i giovani (18-24 anni): il 61% di loro dichiara di guardare costantemente gli update sul wall e di fare check-in dovunque si trovi, il 41% dichiara di caricare foto e video o di postare contenuti per 3 o più volte al giorno. Più moderato l’atteggiamento degli adulti, “big viewers” che appaiono meno interessati a condividere tutto ciò che gli capita, ma che risultano attivi nel controllare la bacheca appena possibile e nell’interagire con i contenuti del loro network, attraverso i like o ritwittando (67%).
Il 90% degli intervistati dichiara di essere connesso ai social network mentre è impegnato su altre attività: mentre guarda la tv (92.7%), mentre aspetta treno o altri mezzi pubblici (77%) e mentre è in ufficio (64%). Il 78% del campione dichiara di utilizzare l’hashtag quando posta un messaggio, ma con una differente finalità nei diversi social networks. L’indagine infatti, evidenzia che su Facebook gli hashtag si utilizzano in modo autoreferenziale cercando di dare visibilità al proprio post puntando l’attenzione su se stessi e cercando di guadagnare popolarità nel proprio cerchio di amicizie per le esperienze che si stanno vivendo. Su Twitter si usano invece per partecipare ad un thread, dimostrando di avere una competenza, un’opinione specifica o semplicemente di esserne coinvolti in una determinata unità di tempo o di luogo(#jesuischarlie). Su Instagram infine, aiutano a rendere visibile la propria capacità espressiva attraverso uno scatto e di essere tra i primi ad essere selezionati quando si cerca un’immagine.
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