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Salute e benessere sulle acque? Gli italiani ci credono

Il Sup al di là della moda, Mauro Terlizzi: “Perché praticarlo? Modella il corpo, rilassa, è divertente ed è adatto a tutti”. Immaginate il dondolio del mare sotto i vostri piedi, il sole al tramonto davanti agli occhi, il rilassante suono dell’acqua che accarezza le vostre orecchie e la sensazione di equilibrio che pervade fisico e mente. O ancora, pensate alla carica di adrenalina che riempie le cellule del vostro corpo durante una competizione, ai muscoli che si allungano compiendo il gesto atletico e alla forza ben calibrata nell’effettuare ogni movimento. E poi soffermatevi su alcune sensazioni: divertimento e benessere. In un caso o nell’altro la parola chiave è Sup, acronimo di Stand up paddle. Uno sport che affonda le sue radici nelle isole Hawaii e che a partire dal 2005 ha conosciuto un vero e proprio boom. Ma il Sup è molto più di una moda. A svelarci la vera essenza di questo sport è Mauro Terlizzi, uno dei fondatori della Mirage Paddleboard asd, scuola federale di Stand up paddle con sede a Fregene. di Stefania Giudice

Il Sup si è ormai affermato oltreoceano. In Italia quando ha cominciato a diffondersi?
“Nel nostro Paese si è cominciato a parlare di Sup nel 2009. Le regioni in cui è maggiormente praticato sono il Lazio, dove è possibile trovare atleti molto bravi a livello mondiale, e l’Emilia-Romagna. Ma sta prendendo piede anche in Veneto, in Toscana, in Liguria, in Sicilia e in Calabria. Lungo l’intera penisola stanno aumentando le scuole e i club che propongono questa attività. Il Sup è partito dalle isole Hawaii, ha poi contagiato la California e l’Australia. Negli anni Settanta i surfisti si aiutavano con il remo di una barca per cercare di andare il più lontano possibile stancandosi di meno, di fatto pagaiavano sulla tavola, ma è dal 2005 che il Sup ha conosciuto un’esplosione esponenziale. Anche se le sue radici affondano lontano nel tempo, veniva infatti praticato dalle antiche tribù”.

Nel Lazio uno dei punti più “caldi” è Fregene. Cosa succede in questa località della costa?
“Con il passare degli anni il Sup è diventato una vera e propria moda, con i suoi pro e i suoi contro. A Fregene, in particolare, sono sorte molte scuole. Ma se alcune sono adeguate, altre lo sono meno. Il Sup è uno sport istintivo, che necessita però di una certa preparazione e conoscenza. Sono ancora poche le scuole serie, per lo più sono concentrate nel Lazio dove, oltre a Fregene, ci sono altre località importanti per questo sport: Torvaianica, Santa Marinella e Santa Severa, qui il 25-26-27 luglio prossimi – in occasione del Surf Expo – si svolgerà una tappa mondiale. Spostandoci in giro per l’Italia, una regione molto attiva è l’Emilia-Romagna, soprattutto la costa di Riccione e Cesenatico”.

 

Come si è diffuso questo sport?
“In particolar modo attraverso gli ex costruttori di tavole da Windsurf e Surf, che hanno iniziato a proporre ai negozi stessi le tavole per lo Stand up paddle. Tavole molto lunghe, inizialmente sullo stile della vecchia scuola del Windsurf. Con il tempo le tavole si sono evolute. Mese dopo mese ne vengono realizzate di nuove con materiali innovativi. Da qualche tempo, ad esempio, viene utilizzato molto il carbonio, ciò determina costi molto elevati. Una tavola in carbonio, mediamente, si aggira sui 2.500 euro. Questo perché il costo del trasporto incide molto sul prezzo finale. È per tale ragione che il target di chi pratica Sup tende a essere medio-alto, interessando una fascia d’età che va dai 30 anni in sù”.

Il Sup conquista più uomini o più donne?
“A praticarlo sono soprattutto gli uomini, ma non mancano le donne. Queste ultime hanno un maggiore equilibrio rispetto agli uomini. L’uomo, infatti, tende a usare soprattutto la forza. Ma la tecnica è molto importante. E la donna, avendo meno forza e più tecnica, riesce ad apprendere meglio. Non mancano poi i bambini, ai quali insegnare è una grande gioia”.

 

Ci sono diverse competizioni. Quali le più importanti?
“Le più importanti sono due: il Race, gara di velocità e resistenza, e il Wave, una sorta di Surf da onda che si può fare in una piscina o in mare aperto. A Maui, nelle isole Hawaii, per quanto riguarda il Race, ci sono gare che prevedono un percorso che va da un’isola all’altra. Nella competizione Race vengono premiati i primi tre partecipanti, ovvero coloro che hanno fatto un certo numero di chilometri nel minor tempo possibile. Nella competizione Wave ci sono quattro/cinque giudici che giudicano i partecipanti in base alle manovre fatte sull’onda. Quest’ultima è una gara più spettacolare. Si tratta di competizioni che si svolgono in tutto il mondo. Ci sono i campionati italiani, europei, mondiali. La speranza è che il Sup possa diventare uno sport olimpico. Il numero dei partecipanti alle diverse competizioni può variare in base al montepremi e soprattutto al tipo di gara, che può essere agonistica o dilettantistica. In media si parla comunque di circa 50 partecipanti. Un caso a parte è costituito dall’evento di Lignano Sabbiadoro. Qui da qualche anno si svolge una regata amatoriale di Sup, una gara goliardica, che conta il maggior numero di iscritti, circa 300”.

Cosa appassiona del Sup?
“È uno sport con il quale si fa molta fatica e per i patiti del fitness rappresenta un ottimo allenamento. Mantiene tonici e in forma. Alle donne, in particolare, fa molto bene alla pancia, ai glutei e alla circolazione. Per stare in equilibrio si lavora costantemente con le gambe. Al discorso sportivo si affianca poi la passione per il mare. Per chi ama il mare e lo sport, questa è senza dubbio l’attività ideale. Il bello del Sup, inoltre, è che si può praticare ovunque e comunque: con il mare mosso o calmo, sul lago o sul fiume”.

 

Tavola e pagaia costituiscono l’attrezzatura per fare Sup. Quali sono le caratteristiche necessarie?
“L’approccio avviene con una tavola molto semplice: prima molto lunga e stabile, poi più ridotta e stretta. Nel caso del Race si stringe e si allunga; nel caso del Wave si accorcia e si diminuisce il volume. La dimensione della tavola cambia in base alle capacità e alle esigenze. Anche le pagaie variano. Ce ne sono di diversi tipi: allungabili, in carbonio. E il loro prezzo va dai 70 ai 400/500 euro”.

A chi è indicato lo Stand up paddle?
“Lo consiglio a chiunque, senza limiti di età. È uno sport con il quale ci si diverte, si prende il sole e si pratica attività fisica all’aria aperta. Non ci sono limiti particolari, tutti si possono divertire. Il mio consiglio è quello di farsi seguire da una persona esperta. È uno sport molto istintivo,ma si possono fare degli errori. Si può sbagliare la lunghezza della pagaia o la posizione dei piedi, ad esempio. La tecnica di pagaiata è la cosa più difficile da imparare: con una buona pagaiata si usano pochi muscoli e molta tecnica, eccedendo con la forza si rischia di farsi male alle spalle e alla schiena. Non è uno sport molto traumatico, ma a lungo andare la tecnica sbagliata può causare qualche piccolo problema”.

Come si svolgono le lezioni?
“Il corso base consiste in tre ore di lezione. Il costo di cinquanta minuti/un’ora di lezione è di circa 30/40 euro. Personalmente, in tre ore cerco di dare tutte le nozioni per poter uscire in sicurezza da soli. Prima di entrare in acqua si parla delle regole di base – come calcolare il vento, le correnti –, si fa un discorso di sicurezza per evitare problemi successivi. La prima volta è bene fare circa mezz’ora di teoria. Poi si passa alla pratica. Si parte in ginocchio per capire come stare in equilibrio e poi ci si alza in piedi. Io dico sempre di alzarsi quando ci si sente sicuri. Concluso il corso base, se si vuole imparare una buona tecnica per esprimere al meglio il gesto atletico, si possono fare altre lezioni”.

 

Perché praticare il Sup?
“Il Sup fa bene a livello fisico, allunga i muscoli e permette di lavorare sull’equilibrio, utilizzando molto la parte centrale degli addominali, quindi il plesso solare. Senza contare il fatto che dona benessere mentale ed è divertente. Con questo sport non c’è solo un discorso di competizione, c’è anche la possibilità di uscire con gli amici, in gruppo, e di farsi una passeggiata sotto costa”.

Quale futuro in Italia?
“Spero che il Sup possa diventare uno sport olimpico e diffondersi sempre di più. Proprio con l’obiettivo di far conoscere il Sup a tutti, Mirage Paddleboard asd, centro test Starboard e scuola federale di Stand up paddle, ha organizzato a Fregene in collaborazione con il Pellicano Surf Culture e la Starboard Sup Italy il 26 e 27 aprile lo ‘Starboard Demo Day’: due giorni di lezioni e prove gratuite. In occasione dell’evento, sarà possibile provare tutta la linea di tavole che abbiamo a disposizione. Chi non ha esperienza potrà fare delle prove gratuite e il Team Rider Starboard, Leonard Nika, farà un Clinic Wave, lezioni specifiche per persone esperte”.

Mauro, come hai iniziato?
“Mi trovavo a Maccarese quando ho visto alcune persone ‘passeggiare’ sull’acqua sopra queste tavole e mi sono incuriosito. Ho voluto provare subito. Ho iniziato con un amico che faceva lezioni,uno dei primi a praticare il Sup a Roma. Ho cominciato facendo esperienza, leggendo tanto e vedendo molti filmati. Da una passione, poi, è nata una professione. Ho aperto la scuola e alcuni miei allievi hanno partecipato al campionato italiano. Sono responsabile della Fiss, Federazione italiana sup surfing nata a giugno del 2013, e formo i futuri istruttori. Ma vorrei fare ancora di più. Se trovassi uno sponsor mi piacerebbe sperimentarmi su una ‘long distance’ tutta italiana e andare da Bari a Trieste”.

Intervista di Stefania Giudice

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