Si torna a parlare di medagliere azzurro, con un focus a livello regionale, soprattutto Basilicata e Molise, che, in occasione di Londra2012 non sono riuscire a esprimere atleti capaci di rappresentare le rispettive regioni di riferimento. C’è poi la “beffa” della medaglia d’argento di Roberto Cammarelle, nei supermassimi di boxe, che La Gazzetta dello Sport dà come medaglia olimpica della Lombardia, perchè ormai Cammarelle, nato e vissuto a Rionero (in provincia di Potenza) vive e risiede a Cinisello Balsamo (Mi) per motivi professionale. Un’ulteriore sconfitta per la regione Basilicata, che non ha saputo trattenere sul territorio le proprie risorse sportive, che oggi vanno ad arricchire il medagliere di un’altra regione. Ne abbiamo parlato con Gregorio Esposito, presidente di ASI Basilicata, delegazione regionale dell’ente di promozione sportiva ASI (guidata dal presidente Claudio Barbaro). Esposito (ASI Basilicata): “Serve una nuova politica e programmazione sportiva” “Fa male al cuore leggere sul più importante quotidiano sportivo (La Gazzetta dello Sport mercoledì 15 agosto a pag.22/23) che la Basilicata non è rappresentata in alcun modo da atleti in quest’ultima Olimpiade appena trascorsa. Una casella vuota, purtroppo, come quella del Molise, per esempio. Un grido di dolore che il sottoscritto, in qualità di presidente ASI Basilicata, aveva già lanciato proprio dalle pagine de “Il Quotidiano della Basilicata” durante le giornate olimpiche di Londra2012. Adesso la conferma arriva dalla Gazzetta, e la “beffa” nasce del fatto che l’argento dei supermassimi di boxe Roberto Cammarelle, nativo di Rionero (in provincia di Potenza), viene inserito nel medagliere regionale” della Lombardia. Eh sì perchè, ormai, Cammarelle, nostro prodotto locale, ha risposto da diversi anni alle “sirene” lombarde e risiede stabilmente a Cinisello Balsamo (Mi). E’ una beffa nella beffa, che, però, pone all’attenzione degli addetti ai lavori un altro interrogativo: perchè una risorsa sportiva della Lucania, una volta raggiunto il successo, ha preferito lasciare la sua terra e andare a vivere e ad allenarsi in Lombardia? Cos’è che non ha funzionato? Questa è una sconfitta, mi dispiace dirlo, dell’intero sistema regionale, sia a livello sportivo che politico. Ma questa “sconfitta morale” ci deve servire per porre in atto una serie di interventi. E’ importante infatti non ripetere gli stessi errori errori e creare un circolo virtuoso attorno alle “giovani promesse” lucane, in vista di RIO2016. Come anticipato, nelle settimane precedenti, l’ASI Basilicata, in accordo con l’ASI nazionale (guidata dal presidente Claudio Barbaro), vuole arrivare a creare un piattaforma comune per individuare, già nel corso dei prossimi 12 mesi, una serie di atleti con ambizioni olimpiche, da seguire e supportare per il raggiungimento delle qualificazioni a cinque cerchi come previsto dal regolamento attuale del Cio e del Coni su base nazionale. A Rio vogliamo essere parte attiva come ente di promozione per portare l’eccellenza sportiva della Basilicata in una delle edizioni olimpiche destinate a entrare nella storia. Non vogliamo più restare a guardare le altre regioni, che concorrono stabilmente al medagliere azzurro, ma, al tempo stesso, vogliamo creare sul territorio le opportunità per far nascere una serie di eccellenze, che, devono rimanere sul territorio anche dopo l’Olimpiade. La sfida dell’ASI Basilicata è costruire in casa questi giovani olimpionici, supportandoli anche attraverso consorzi di aziende lucane (magari con interessi commerciali nel SudAmerica). Ma la sfida ancora più importante è creare le condizioni per fare sì che questi atleti lucani non abbandonino il territorio subito dopo le Olimpiadi Saranno loro le basi per la creazione di una rete di giovani promesse locali negli anni a venire. Ecco perchè ci permettiamo di sottolineare come in Basilicata serva una nuova politica e programmazione sportiva che guardi anche in questa direzione. E l’ASI Basilicata si metterà al “servizio” del programma regionale olimpico e del sistema degli enti locali, sottolineando tra l’altro, che come è importante individuare delle eccellenze è altrettanto importante sviluppare il sistema scolastico. E’ lì che si creano le basi di qualsiasi movimento sportivo sia regionale che nazionale. Non capirlo vuol dire perdere delle grandi occasioni per gli anni a venire.