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SOSTENIBILITA’ E’ANCHE INNOVAZIONE: 11TH HOUR RACING TEAM SVELA IL SUO NUOVO IMOCA 60

Dopo 24 mesi di ricerca, sviluppo e costruzione, 11th Hour Racing Team ha svelato il suo nuovo IMOCA 60, il primo di una nuova generazione di barche progettate per competere in regate oceaniche con equipaggio completo, in doppio e in solitario.
Prodotto dallo studio di progettazione di Guillaume Verdier e costruito da CDK Technologies nella patria delle regate d’altura in Francia, il nuovo IMOCA 60 unisce prestazioni sportive a pratiche di costruzione sostenibile e tecnologie costruttive all’avanguardia.

Lo scafo è uscito dal cantiere  a Port-la-Fôret, in Francia, sabato 7 agosto da dove verrà trasferito verso la struttura di MerConcept a Concarneau per il montaggio dei foil e altri ritocchi finali. Il design colorato della barca, creato in collaborazione con due dei principali designer italiani – Marco e Stefano Schiavon di Van Orton Design  – e il francese Jean-Baptiste Epron – sarà svelato quando la barca navigherà per la prima volta alla fine di agosto.
Mentre gli IMOCA 60 sono tradizionalmente progettati per il tipico percorso alle andature portanti del Vendée Globe il giro del mondo in solitario, la barca di 11th Hour Racing Team è stata ottimizzata per la più ampia gamma di condizioni previste di The Ocean Race, il giro del mondo in equipaggio, che nell’edizione 2022-23 attraverserà l’equatore quattro volte.
Caratterizzato da un design del pozzetto interamente chiuso, il nuovo IMOCA 60 permette a un massimo di cinque velisti di vivere e lavorare in sicurezza per la maggior parte del tempo in mare aperto. Grazie alla sua forma innovativa, il pozzetto offre una visibilità a quasi 360 gradi, ulteriormente migliorata da un autopilota di ultima generazione, dal sistema di navigazione, dalle telecamere e dal duplice sistema di avvistamento e allerta dei mammiferi marini come ad esempio balene.
Inoltre, nelle prossime settimane verrà svelato il risultato di due anni di lavoro – e diverse iterazioni – di progettazione dei foil, testati sia con simulatore che sul primo IMOCA 60 del team, noto come 11.1.
Inoltre, nelle prossime settimane verrà svelato il risultato di due anni di lavoro – e diverse iterazioni – di progettazione dei foil, testati sia con simulatore che sul primo IMOCA 60 del team, noto come 11.1.
Con l’obiettivo di ispirare all’azione l’industria nautica, il nuovo IMOCA 60 11th Hour Racing Team, si pone come un punto di riferimento dell’innovazione nella cantieristica, utilizzando materiali alternativi come il lino per i portelli, gli interni e i pannelli della coperta, e implementando pratiche sostenibili tra cui la creazione di gruppi di lavoro per i rapporti con gli stakeholder e dell’intera catena di fornitura, insieme a un approccio altamente analitico del ciclo di vita, contribuendo alla creazione di nuove regole di sostenibilità della classe IMOCA.
Lo skipper Charlie Enright si è detto entusiasta: “Abbiamo progettato una versione di IMOCA 60 che nessuno ha mai costruito prima. La nostra barca dovrebbe essere in grado di resistere alle condizioni più difficili nelle aree più remote del globo, ma è anche in grado di competere in varie configurazioni in equipaggio ridotto. Per costruire una barca all-around come questa, abbiamo lavorato con i migliori talenti nel campo: Guillaume Verdier come architetto navale principale, gli esperti di tecnica e di performance di MerConcept e il team di costruzione di CDK Technologies. Gestire questo progetto durante una pandemia globale è stata sicuramente una sfida, ma una costante non è mai cambiata: la sostenibilità al centro dell’intero processo”.
Damian Foxall, sustainability program manager di 11th Hour Racing Team, ha spiegato meglio questo approccio incentrato sulla sostenibilità: “Non si può gestire ciò che non si può misurare – e ciò che non si può misurare, non può essere migliorato. Questo è il motivo per cui abbiamo eseguito una verifica completa del ciclo di vita durante la costruzione, al fine di determinare l’impatto ambientale dei diversi componenti e delle procedure. Sulla base di questi test, possiamo trovare modi diversi per ridurre il nostro impatto, come sostituire i materiali altamente inquinanti con nuove alternative, ridurre gli elementi monouso, ottimizzare la nostra catena di approvvigionamento e il lavoro, e perfezionare la forma stessa della barca per renderla più efficiente dal punto di vista energetico.
Condividere quel che abbiamo scoperto, con il resto dell’industria nautica, dai costruttori ai velisti e agli organizzatori di regate, è una parte essenziale della nostra missione, per una maggiore informazione in futuro e per accelerare quel cambiamento di paradigma di cui abbiamo urgente bisogno. Ci restano solo 8 anni per soddisfare i requisiti dell’Accordo di Parigi per ridurre il nostro impatto del 50%. Il business as usual non è più un’opzione”.

La durata nel tempo è stata un fattore cruciale nel ridurre l’impatto ambientale complessivo della barca, senza tuttavia compromettere le prestazioni e la sicurezza. Adattabile sia alle regate con equipaggio ridotto che a quelle con equipaggio completo, la barca nella sua configurazione attuale è stata ottimizzata per regatare con un massimo di cinque velisti. Il programma di regate comprende il prossimo Défi Azimut (regata in doppio con un onboard reporter non velista a bordo), la Transat Jacques Vabre (in doppio), e The Ocean Race 2022-23 (quattro velisti e un onboard reporter).
“Vincere  The Ocean Race è il nostro obiettivo ultimo”, ha detto Mark Towill, CEO di 11th Hour Racing Team. “Questi ultimi mesi sono stati un enorme sforzo collettivo, che ha unito moltissimi e diversi stakeholder in tutto il mondo, per costruire una barca che è completamente diversa da ciò che la classe ha conosciuto finora. Abbiamo sfidato lo status quo e puntato a farlo nel modo più sostenibile possibile, condividendo quanto abbiamo appreso con la comunità nautica in senso lato. Siamo tutti estremamente orgogliosi di vedere la barca lasciare il capannone e siamo incredibilmente grati a tutti per il loro duro lavoro”.
Sostenuto dallo sponsor 11th Hour Racing, il team sta cercando di ispirare altri team, organizzatori di regate e imprese nautiche ad agire, dando vita a un proprio percorso di sostenibilità. “L’ambiente marino è più duro di qualsiasi altro, persino dello spazio; il sale, il vento, il sole e l’incredibile forza dell’acqua lavorano per corrodere, rompere o fare a pezzi tutti i componenti di bordo”, ha spiegato Jeremy Pochman, co-fondatore e CEO, 11th Hour Racing. “Se i materiali sostenibili utilizzati nella costruzione del nostro nuovo IMOCA possono sopravvivere a queste condizioni, allora possiamo utilizzare questi materiali in barche sottoposte a minore stress, e i progressi potrebbero essere condivisi con altri settori industriali, che lavorano in ambienti molto meno difficili. Questa è una pietra miliare nel nostro progetto di cambiamento della narrazione sulla sostenibilità nell’industria nautica e nella cantieristica, così come nella vita quotidiana”.
In vista della cerimonia di battesimo della nuova barca prevista per il 13 settembre, 11th Hour Racing Team distribuirà una serie di contenuti, tra cui video e foto, per spiegare nel dettaglio il design unico del nuovo IMOCA 60, il lavoro artistico e i processi di innovazione.

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