Oceano

UniCredit supera un fortunale tropicale

Dal diario di bordo di Marco Nannini. Una tempesta tropicale ha creato brivido a bordo di UniCredit al punto tale che per diversi minuti la barca è rimasta “sdraiata” sull’acqua come fosse una deriva. Per fortuna il velista italiano con freddezza ha aspettato e la barca raddrizzatasi da sola ha ripreso la sua rotta verso Guadalupa. “Sono stato travolto da una tempesta tropicale di lampi, fulmini con associato groppo di pioggia e vento, un po di spavento ma nessun danno. Vedo all’orizzonte lampi ancora piuttosto lontani, ma inizio a tenerli d’occhio perche’ mi sembra che il percorso sia di avvicinamento con questo nuvolone scuro che ben vedevo grazie ad una splendida luna e cielo altrimenti stellato.

Passata una mezz’ora e’ evidente che se continuo per questa rotta il nuvolone mi verrebbe adosso, e’ un continuo di lampi molto intensi, sia all’interno della nuvola si di tanto in tanto a scendere verso il mare, ma per ora vedo solo, non sento tuoni, quindi ci sono ancora parecchie miglia, ma con 25 nodi di vento ci vuole poco e malgrado siamo in regata prendo la decisione di virare e allontanarmi. La strategia sembra pagare, la minaccia scura si avvicina rapidamente ma la sua traccia e’ dietro di me, i fulmini continuano, inizio a sentire qualche tuono e conto 5 o 6 secondi al piu’ vicino, direttamente sopra il mio albero ancora le stelle, quindi per ora ne sono fuori. Per precazione scollego il radar, il VHF, gli strumenti in testa d’albero.

I lampi son dietro di me, e man mano si allontanano, sicuramnte la zona della nuvola dove vedo tutta l’attivita’ mi passa dietro, tanto che inzio a vedere la fine della formazione e un cielo libero dietro, una lingua si stacca ma sembra di piccola profondita’ verticale e non avevo ancora visto lampi da questa zona… decido di virare. Proprio mentre sono in pozzetto a preparare la manovra, un fulmine squarcia il cielo e va a copire ii mare non lontano da me, il tuono e’ contestuale quindi molto molto vicino… non lo nego, mi sono preso una bella strizza, decido ovviamente di non virare e continuare ad allontanarmi, scendo sotto, bevo una bevanda zuccherata per cercare di liberarmi dallo shock… episodio isolato, il grosso dell’attivita’ e’ per fortuna in allontanamento…

Riesamino la situazione, la lingua mi passera’ sopra per forza, e’ troppo lunga e sottile per evitarla, mi rimetto in rotta, faccio tempo a virare che sento della pioggia, il mio pensiero immagina cosa sta per succedere ma non c’e’ il tempo di reagire, le goccie si trasformano in catini, in un secondo arriva la raffica, non so dirvi
quanti nodi, ma se pensate che ero invelato per andare di bolina in 20-25 nodi devono essere stati almeno 40 ma forse piu’, quando e’ arrivato mi ha letteralmente coricato di lato come questo 40 piedi fosse una deriva, e mi ci ha tenuto per un po’ con un urlare furioso e acqua sferzante… sotto la barca si trasforma in un appartamento di studenti dopo un festino, padella, ceffettiera, teiera, borse, stivali, tutto buttato all’aria. Miracolosamente passato il groppo la barca si rialza come nulla fosse, vado a dare la terza mano di terzaroli ma dopo pochi istanti il vento molla e devo rialzar vela se no sbatto sull’onda ma non mi muovo… come le mie vele abbiano retto a quella furia non lo so, lo dovete chiedere la mio velaio Roberto Westermann, a cui stasera devo un grazie.

Riparto per rotta ma non nego apprensione, vedo altri groppi all’orizzonte, o faccio lo slalom gigante o non mi resta che tirare avanti e tenerli d’occhio.

L’arrivo del giorno e’ senz’altro benvenuto, continua la navigazione in venti duri e mare formato, ancora problemi col pilota e ciliegina sulla torta si sradica l’indicatore del vento che miracolosamente cade in barca salvato dalla randa… Ho virato dopo questo credo ultimo fronte e direi siamo officialmente diretti in Guadalupa……

Ciao!”

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