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Numero posti barca per Regione, dove è maggiore la ricettività nautica

Qual è il numero di posti barca per Regione nel nostro Paese? A scattare una fotografia è il volume “Il Diporto Nautico in Italia – Anno 2019“. Il compendio è stato realizzato dall’Ufficio di Statistica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il contributo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e degli Uffici Marittimi Dipendenti, dell’Istat, degli Uffici della Motorizzazione Civile e delle Autorità di Sistema Portuale.

Il dossier è stato pubblicato in occasione del Salone Nautico di Genova 2020 ed è composto da una sezione di sintesi, da cinque capitoli e da un’appendice statistica e normativa “che evidenziano i principali risultati di rilevazioni ed elaborazioni statistiche ufficiali su infrastrutture e consistenza del naviglio da diporto, patenti nautiche, sinistri, commercio con l’estero di settore e attività svolta dalle Capitanerie di Porto”.

In base a quanto emerso, i Compartimenti Marittimi nel cui ambito di competenza si trova il maggior numero di posti barca destinati al diporto nautico sono quelli di Livorno (14.823), Monfalcone (9.429) e Trieste (8.101). Tra le Regioni al primo posto si trova la Liguria (24.462), seguita dalla Sardegna (20.028).

Nello specifico, per quanto riguarda il numero dei posti barca per Regione, al top c’è la Liguria, con 24.462 posti barca totali. Seguono la Sardegna (20.028), la Sicilia (18.777), la Toscana (18.092), il Friuli Venezia Giulia (17.530), la Campania (15.998), la Puglia (13.656), il Lazio (8.567), il Veneto (5.852), la Calabria (5.490), l’Emilia-Romagna (5.405), le Marche (5.312), l’Abruzzo (2.699), il Molise (587).

Come specificato dal volume, i dati sui posti barca presenti lungo le coste italiane sono stati elaborati sulla base dei dati forniti dalle Capitanerie di Porto e dalle Autorità di Sistema Portuale. I posti barca, inoltre, “sono stati individuati in base alle tipologie di struttura desunte dal D.P.R. 2 dicembre 1997, n° 509, che all’art. 2 fornisce le seguenti definizioni”:

Porto turistico – “Complesso delle strutture amovibili ed inamovibili realizzate con opere a terra e a mare allo scopo di servire unicamente o precipuamente la nautica da diporto ed il diportista nautico, anche mediante l’apprestamento di servizi complementari”;

Approdo turistico – “Porto polifunzionale avente la funzione di cui all’articolo 4, comma 3, della legge 28 gennaio 1994, n° 84, destinata a servire la nautica da diporto ed il diportista nautico, anche mediante l’apprestamento di servizi complementari”;

Punti di ormeggio – “Aree demaniali marittime e specchi acquei dotati di strutture che non comportino impianti di difficile rimozione, destinati all’ormeggio, alaggio, varo e rimessaggio di piccole imbarcazioni e natanti da diporto”.

Tra i più importanti servizi presenti nei porti, negli approdi o nei punti di ormeggio vengono segnalati: attracco, acqua, luce, carburante, vigilanza, informazioni turistiche, servizi igienici, parcheggio, alaggio, rifiuti. Secondo quanto indicato, infine, “oltre a tali servizi, ulteriori caratteristiche illustrate riguardano il numero di licenze delle società che gestiscono i posti di ormeggio ed i posti barca per classi di lunghezza”.

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