Alle ore 01.12 UTC (02.12 ora italiana) del 5 gennaio 2020 Giancarlo Pedote entra ufficialmente del ristretto circolo dei “Cape Hornier”. Al suo primo giro del mondo, il velista italiano a bordo di Prysmian Group, attualmente in nona posizione (ha superato Isabelle Joschke di MACSF che ha un problema al sistema basculante della chiglia), ha finalmente doppiato il terzo dei grandi Capi del Vendée Globe, l’ultimo, il più temuto e il più venerato. Oltre ad aver realizzato il sogno che alberga nel cassetto di ogni velista, Pedote è entrato nuovamente in Atlantico, mettendo la prua verso casa e volgendo finalmente le spalle ai difficilissimi oceani del Sud.
Non è stato un passaggio facile né per lui né per i velisti che lo hanno preceduto, costretti a correre via per non farsi acchiappare da una violenta perturbazione. Giancarlo, da ottimo marinaio qual è, ha mantenuto, anche in questa complessa fase, il suo approccio prudente, mettendo al vertice della scala delle priorità la sicurezza, sua e della barca. In avvicinamento verso Horn, Prysmian Group ha affrontato una violenta depressione che ha portato il velista a ridurre tela di prua in condizioni proibitive, come lui stesso ha raccontato qualche giorno fa: «Navighiamo in un vento da 290° che prenderà la destra via via che ci avvicineremo a Capo Horn, e si rafforzerà; ho tolto la vela davanti, una manovra lunghissima a causa della stanchezza, del freddo che congela tutti i muscoli… ti muovi lento, controlli tutto più volte perché sei stanco… Una manovra che normalmente a Lorient faccio in 15 minuti, oggi ha richiesto 1 ora e mezza. L’acqua era ghiacciata, mi sono cambiato, ho messo le cerate e gli stivali a sgocciolare, ho finito di sistemare tutto, ho assicurato tutte le vele che sono nei sacchi, navigo con vele rollabili visto che abbiamo anche delle raffiche fino a 40 nodi».
Ma oggi, rientrato finalmente nell’Oceano Atlantico, dopo 57 giorni, 11 ore e 52 minuti di navigazione, il Vendée Globe assume, per Giancarlo Pedote, tutto un altro sapore, quello del ritorno a casa: «Passare Capo Horn è stata una grande esperienza, un punto che sognavo da tanto tempo, raggiunto giorno dopo giorno e adesso rientrare in Atlantico fa un effetto magico, significa tornare nel mare di casa, nel fuso orario dei miei familiari, con i quali sarà più semplice comunicare, è semplicemente magnifico. Psicologicamente dà un grande tocco al morale, speriamo di trovare presto 15° di temperatura per poter navigare al caldo».
Dal giorno della partenza, l’8 novembre del 2020, Pedote ha navigato molto bene, ha dosato le forze e l’attrezzatura e ha fatto delle scelte tattiche premianti che gli hanno permesso di restare sempre tra i primi dieci, senza forzature, ma senza neanche eccessivi timori: al suo primo giro, infatti, Giancarlo ha affrontato la tempesta tropicale Theta, le calme equatoriali e le profonde depressioni che si sono susseguite negli oceani del Sud, con grande serenità e umiltà, superando con razionalità anche i brevi momenti di sconforto.
Alle 12.00 (ora italiana) del 5 gennaio Prysmian Group naviga con una prua di 54° a una velocità di 14 nodi. La distanza dal leader Yannick Bestaven è di 769 miglia.