La fine del 2020 e l’inizio del nuovo anno segna, tra gli altri, un momento molto importante. Le Nazioni Unite hanno infatti dichiarato il periodo che va dal 2021 al 2030 la “Decade of Ocean Science for Sustainable Development”, il “Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile”. E’ così che l’attenzione per i prossimi dieci anni sarà rivolta all’uso sostenibile dell’oceano e delle risorse marine, allo sviluppo di un’economia dell’oceano, alla gestione sostenibile degli ecosistemi costieri, alla condivisione di dati sugli impatti negativi del surriscaldamento, dell’acidificazione e della distruzione degli habitat.
In vista di questo momento tanto importante, che segna l’avvio del Decennio del Mare, lo scorso 16 dicembre è stato presentato il “Manifesto del Decennio del Mare: verso l’Oceano di cui abbiamo bisogno per il Futuro che vogliamo”. Un appuntamento al quale hanno partecipato Caterina Balivo, madrina dell’Oceano; Francesca Santoro, specialista di programma dell’Intergovernmental Oceanographic Commission Unesco; Diana de Marsanich, giornalista green di F e NaturalStyle; e tramite un messaggio video, Giovanni Parapini, direttore di Rai per il Sociale.
Qui il video del Manifesto del Decennio del Mare
Come si legge nel manifesto del Decennio del Mare, “l’obiettivo del Decennio è mobilitare tutti i settori della società civile per promuovere un cambiamento radicale nel modo in cui studiamo e gestiamo il nostro oceano”. E ancora: “Attraverso questo manifesto invitiamo istituzioni, imprese pubbliche e private e cittadini a contribuire alla realizzazione degli obiettivi del Decennio del Mare. Ricerca scientifica, sostenibilità, tutela ambientale e collaborazione tra settori, sono rilevanti anche nell’affrontare questa pandemia”.
Ma non solo parole, soprattutto azioni. Gli importanti obiettivi sono educare all’oceano; incoraggiare l’innovazione, non dimenticando che dal tema della tutela del mare possono arrivare occasioni di lavoro; promuovere l’economia blu; incoraggiare una nuova generazione di comunicatori; far capire l’importanza giocata dalla scienza. Si tratta di una vera e propria call to action alla società civile, al mondo della ricerca, dell’impresa, delle istituzioni a lavorare insieme su queste grandi tematiche e a iniziare a fare azioni concrete.
Presentando il manifesto del Decennio del Mare, Francesca Santoro ha spiegato: “Il Decennio del Mare è una grande rivoluzione che intendiamo fare per promuovere un modo diverso di fare ricerca scientifica. Sappiamo che l’oceano è fondamentale per la vita sul nostro pianeta e che la scienza fino ad adesso ci ha aiutato a conoscerlo meglio, anche se sappiamo che lo conosciamo ancora troppo poco rispetto alla sua importanza. Quello che dobbiamo fare ora è trovare delle soluzioni”.
La specialista di programma dell’Intergovernmental Oceanographic Commission Unesco ha quindi sottolineato: “Abbiamo pochi anni per invertire la rotta rispetto a quello che è un trend di declino della salute del mare. Abbiamo il tema dei cambiamenti climatici. Un rapporto speciale delle Nazioni Uniti ci ha mandato un allarme. I fenomeni come il riscaldamento, lo scioglimento dei ghiacciai, stanno avvenendo molto più velocemente di quello pensavamo. Abbiamo veramente bisogno di agire in fretta. E per farlo dobbiamo affidarci alla scienza, ma affidarci alla scienza fatta in un modo diverso. Vogliamo che questo sia un Decennio di trasformazione nel modo in cui facciamo ricerca”.
Santoro ha poi affermato: “Dobbiamo fare in modo che tutti partecipino a questi processi di conoscenza, di ricerca, volti a trovare delle soluzioni. Dovremo mettere insieme impresa, startuppers, ricercatori, chi sa gestire i dati, anche chi conosce in maniera più diretta il mare, per capire come possiamo trovare ad esempio soluzioni al tema dell’inquinamento da plastica, dell’erosione costiera, dell’aumento della temperatura”.
E ha così concluso: “Saranno dieci anni in cui vorremmo anche creare questa ‘generazione oceano’, ovvero una generazione che è pienamente consapevole dell’importanza dell’oceano per il nostro pianeta. Coinvolgeremo dunque tutti i settori della società civile, artisti, sviluppatori, innovatori. Deve arrivare il momento in cui non sarà più necessario dire perché l’oceano è così importante per il nostro pianeta e in cui tutti saremo più consapevoli”.
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