Volete sapere in anteprima il vincitore del Premio Velista dell’Anno 2017? Ce lo svela l’ideatore del premio, Alberto Acciari, che in un’intervista a SailBiz racconta l’idea semplice che si cela dietro l’iniziativa; tanto semplice che dura oramai da 23 anni! Infatti il premio che, solo in due edizioni non si è svolto complice la crisi economica, da 3 anni è tornato ad essere un riferimento sia per la vela che per la nautica; un momento di incontro tra i protagonisti della stagione passata che nella magnifica cornice di Villa Miani a Roma si ritrovano a fare il punto dello stato di salute dello sport della vela ma anche della nautica. “Quando anni fa gestivo il marchio Rothmans che faceva i primi passi in questo magnifico sport – racconta Acciari – mi rendevo conto che esistendo tanti campioni quante sono le classi era difficile identificarne i valori. In sostanza la vela ha tanti campioni italiani, tanti campioni europei, tanti campioni del mondo, ma il Pelé della vela, o il Maradona della vela, non era possibile identificarlo. Con il Premio Velista dell’Anno si è cominciata ad identificare una figura che seppur nel suo ambito poteva rappresentare l’eroe che esprime dei valori a cui un brand si può legare. Adesso il grande pubblico, amante di questo sport ha il suo campione che negli ultimi anni viene nominato tra i velisti, tra le barche, tra gli armatori, tra i progettisti e tra i giovani più promettenti“.
Effettivamente per il grande pubblico è facile identificarsi nel campione olimpico, ma è più difficile diventare campione olimpico e gestire un brand in un quadriennio. Motivo per cui i grandi player preferiscono legarsi direttamente all’evento, ovviamente con altri budget. Secondo Acciari il fatto che i tifosi si appassionino al dibattito sulla delusione olimpica della spedizione italiana, è indice che sta crescendo l’interesse e la consapevolezza in questo sport. E tutto ciò è un bene per gli sponsor. “Rolex è un marchio che fa tanto per la vela, Volvo è un’altra azienda che investe con un proprio format nella vela, anche Audi ha sempre fatto tanto, eppure non sono marchi presenti in Coppa America, ma sfruttano i valori legati all’unicità. Jaguar, Land Rover, BMW invece sono in Coppa perché vogliono cogliere gli spunti positivi della rivoluzione tecnologica che vivremo alle Bermuda. Un esempio per tutti i grinder ciclisti di New Zealand. In sostanza è una vela 3.0. La vela ha nel suo DNA dei valori positivi che servono ai grandi marchi per identificarsi con la Tribù che quello sport rappresenta.
Il concetto di Tribù l’ho sempre espresso nei miei corsi universitari perché indica chiaramente come un’azienda deve proporsi nell’ambito in cui vuole essere protagonista. E l’unico modo per vincere nei valori che rappresenta quello sport, lo stile di vita che rappresenta e quindi la tribù che ad esso è legata! Per questo motivo non vedo bene iniziative cumulative tra federazioni sportive diverse, mentre vedo di buon occhio progetti come quello della Lega Italiana Vela che è diventato un veicolo di promozione per tutti gli attori protagonisti della vela da circolo“. Ovviamente abbiamo chiesto ad Alberto Acciari un pronostico sul vincitore del Premio Velista dell’Anno 2017 e lui senza mezzi termini ha le idee chiarissime su chi vincerà: “Il vincitore? I vincitori! I vincitori sono tutti gli attori che hanno ottenuto una nomination, per essere nominati vuol dire già aver vinto e quindi nella categoria di appartenenza già si è i primi dell’anno. Fra l’altro con l’avvento dei social network ogni nominato ha portato la propria community a fare il tifo, e quindi a votare, tant’è che mai come quest’anno sono stati numerosi i partecipanti al voto. I social sono l’anima di una tribù e per questo che stiamo pianificando delle azioni social del Premio tra cui una diretta Facebook della serata“. Quindi appuntamento per tutti per il 6 marzo!