Oltre 147mila tesserati in tutta Italia, più di 710 società affiliate e oltre 400 eventi all’anno, in Italia e ora anche un Osservatorio per monitorare i numeri di un mercato che continua a crescere. I numeri di Federvela, e della passione velica, continuano a crescere e sono circa 40mila i giovani che ogni anno si avvicinano a uno sport che ha saputo rispondere meglio di altri all’ultimo biennio. Oggettivamente dopo la pandemia il settore della vela ha reagito secondo le migliori aspettative. In realtà proprio durante la pandemia, la vela ha affermato e consolidato i suoi valori più importanti incontrando da subito il desiderio delle persone di vivere gli spazi aperti e tutte quelle attività che consentissero una buona sicurezza, i distanziamenti possibili e l’applicazione delle procedure sanitarie richieste. In una recente intervista rilasciata da Andrea Leonardi, presidente Toscana-Umbria di Federvela e membro della Commissione Sport e Turismo emergono considerazioni molto interessanti sull’impatto economico in grado di generare questo sport. Ma quali sono i numeri del settore in Italia?
«I numeri vanno nella direzione di quello che stavo dicendo. In termini sportivo-agonistici abbiamo 2.811 manifestazioni sportive a calendario nazionale di quest’anno, di queste sono 112 quelle internazionali tra campionati europei, mondiali e regate di alto livello; solo tra atleti, tecnici, ufficiali di gara e personale di supporto parliamo di quasi quattrocentomila persone direttamente coinvolte in un numero di giornate di sport che già da qualche anno ormai supera le 350 mila unità. Ma sono numeri che crescono laddove si completa il quadro nelle attività didattiche delle circa 600 scuole di vela sparse in tutta Italia e nei progetti creati, appunto, per quegli istituti scolastici sia primari che secondari che stanno inaugurando percorsi di educazione ambientale proprio attraverso la vela».
Prosegue Leonardi – La vela oggi è prima di tutto una disciplina sportiva, ma anche una solida alternativa all’impiego del tempo libero e una risorsa importante per la salute della persona. Per capirlo è sufficiente affacciarsi su una delle tante spiagge o laghi d’Italia per accorgersi della moltitudine dei praticanti di windsurf o kitesurf, se non di vela tradizionale, oppure entrare in uno dei porti turistici e vedere il numero di barche a vela all’ormeggio. Il turismo nautico definito ecosostenibile ha visto da sempre la barca a vela come un mezzo idoneo per escursioni a tema ecologico, dove si unisce lo stare all’aperto con la convivialità, la conoscenza delle condizioni meteo con una sorta di “abitudine all’essenziale”. Possiamo dire con certezza che molti si stanno avvicinando a questo sport per riuscire a carpirne quel fascino che tutti proviamo quando vediamo delle vele all’orizzonte, quindi un sogno e uno stile di vita che contemporaneamente diverte ed educa, impegna ma soprattutto coinvolge; sono tutte sensazioni che, causa Covid-19, abbiamo purtroppo dovuto sospendere e mettere “sottocoperta” ma che oggi sono tornate ad essere fondamentali per la scelta del tipo di vacanza alla quale si aspira».
La nascita dell’Osservatorio
Quello velistico sportivo è un giro d’affari importante: da poco avete creato un Osservatorio per monitorare i numeri di mercato. Quali sono i primi risultati?
«È un Osservatorio Nazionale e Regionale istituito in collaborazione con alcuni partner istituzionali e accademici con lo scopo di catalogare l’esattezza del valore economico generato dal nostro movimento sportivo. L’obiettivo che stiamo raggiungendo è quello di dimostrare il nostro contributo alla crescita economica legata ai flussi turistici e in chiave strettamente tecnica i numeri, già sorprendenti, sono il frutto di un coefficiente moltiplicatore delle persone coinvolte, delle giornate di sport e delle notti dormite. A livello nazionale, e ancora al netto di tutto il comparto amatoriale e diportistico di cui ci stiamo occupando solo da poco, ci siamo accorti che l’economia prodotta conta già numeri importanti che, ritengo, potranno essere presto oggetto dell’interesse dei maggiori stakeholder del mercato. Stiamo pianificando una data, agli inizi del prossimo autunno, per condividere i nostri numeri prima di tutto con la commissione governativa che si occupa di questo settore e poi diffonderli in via istituzionale».