Durante le sfide della 36esima edizione dell’America’s Cup si è parlato spesso del sistema di comunicazione della barca Luna Rossa. Ma come funziona? E come può garantire un’ottima prestazione? Ecco svelato qualche “dietro le quinte”.
E’ chiaro che durante una regata la comunicazione deve essere chiara e priva di interferenze. Per realizzare un sistema efficiente anche in condizioni estreme, sono state realizzate ricerche accurate.
Un AC75 va a 50 nodi di velocità e, inevitabilmente, il vento, i rumori e le vibrazioni, di scafo e attrezzatura, possono disturbare il flusso delle comunicazioni. Bisogna considerare poi che su Luna Rossa, il solo velista che durante la navigazione può spostarsi da un lato all’altro dell’imbarcazione passando da poppa è il randista/stratega. Pietro Sibello. Jimmy Spithill e Checco Bruni, che si alternano nel ruolo di timoniere e flight controller, non si muovono dal loro posto, come anche gli altri otto velisti.
A parte dunque il randista/stratega, tutti i velisti sono sistemati in due “corridoi”, separati dalla softwing, una sorta di barriera longitudinale tra i due lati dello scafo, che impedisce di vedere cosa succede alla parte dell’equipaggio che manovra sulla murata opposta. Tra il primo uomo a prua e l’ultimo a poppa c’è una distanza di circa 15 metri. Si tratta di una distanza che in mare rende di fatto impossibile parlare senza l’aiuto di supporti. C’è poi da considerare che le manovre vengono chiamate ed eseguite in pochissimi secondi ed è importante che tutti a bordo ricevano, tempestivamente e contemporaneamente, le informazioni in maniera chiara e precisa.
Su Luna Rossa come funziona quindi il sistema di comunicazione della barca? Come spiegato da una nota, per garantire una comunicazione ottimale sull’AC75 e con le barche di supporto è stato dunque messo a punto un avanzato sistema interfono. I caschi dei velisti sono tutti integrati con auricolari e microfoni molto sofisticati e i membri dell’equipaggio interagiscono in barca e con l’esterno utilizzando un unico canale radio. Tutti a bordo sono abilitati all’ascolto, ma solo alcuni possono utilizzare il microfono.
I timonieri, il randista/stratega e i jib trimmer, che devono scambiare informazioni sulla conduzione, la regolazione delle vele e le condizioni del campo di regata, sono microfonati. Lo è anche Gilberto Nobili, in quanto deve fornire all’afterguard le informazioni visualizzate sul racing software, come ad esempio i tempi di avvicinamento alla linea di partenza e alle layline.
Durante l’allenamento e nei sea trial, i team member a bordo delle barche di supporto possono comunicare con il sailing team. In particolare, il coach, i tecnici e gli ingegneri che monitorano i dati dei sensori montati sull’AC75, ascoltano in cuffia le indicazioni dei velisti e interagiscono di continuo con loro. Durante le regate, invece, dal momento che il regolamento vieta qualsiasi tipo di assistenza esterna, gli interfoni delle barche di supporto vengono disabilitati pochi minuti prima dello start fino alla conclusione della prova, rimanendo in modalità “only listening”. Le barche in gara possono comunicare solo con il Race Director, per le informazioni relative allo svolgimento delle competizioni, e con gli Umpire, i giudici che supervisionano la regata, recepiscono le proteste e assegnano le penalità. Su Luna Rossa, Checco Bruni e Jimmy Spithill sono delegati a interagire con l’organizzazione.
Questo sistema di comunicazioni per la barca Luna Rossa, come per tutti gli elementi dell’AC75, ha richiesto un processo di analisi, progettazione, sviluppo e realizzazione, lungo e complesso. Lo sviluppo dell’hardware è durato tre anni, durante i quali sono stati effettuati test di numerosi e differenti dispositivi: i microfoni, i cavi, i connettori, gli auricolari, gli altoparlanti. Un importante lavoro volto a captare e distribuire un suono chiaro, ripulito da tutti i rumori esterni, come il vento, i winch che girano, i foil che si muovono, e tutte le interferenze che provengono da uno scafo in carbonio lanciato alla massima velocità.
Il risultato finale ha dato vita a un hardware con eccellenti prestazioni, composto da diversi elementi assemblati e integrati nel casco. Tutto il sistema è stato installato in un alloggiamento con delle specifiche caratteristiche ergonomiche e aerodinamiche, totalmente solidale con il casco utilizzato dai velisti. Il progetto e la produzione del “case”, completamente custom, sono stati realizzati con la stampante 3D in dotazione alla base.
Foto: Carlo Borlenghi