Trentacinque metri di lusso hanno preso il mare ieri mattina dal porto di Marina.I cantieri Fipa di Massa hanno varato il loro ultimo gioiello, ‘Cinthya’, un mega yacht della serie ‘Maiora 35 dp’, dal costo di 10 milioni di euro. Il nuovo gigante del mare è una sintesi di funzionalità e lusso. Fiore all’occhiello è un complesso sistema di stabilizzazione del rollio che elimina il beccheggiamento della barca anche in condizioni avverse. Grande cura è stata poi riservata agli interni, curati fino ai minimi dettagli, con un uso attento e calibrato di legni pregiati e marmi delle nostre cave.
Di grande effetto i rubinetti che colorano l’acqua di rosso o di blu a seconda della temperatura. ‘Cinthya’ è stato realizzato interamente nei cantieri della zona industriale e ieri è stato messo in acqua per essere trasportato a Viareggio per gli ultimi ritocchi. “Qui a Carrara — spiega Gianfranco Tedeschi, il dirigente della Fipa group che ha seguito il varo di ‘Cinthya’ — abbiamo la fortuna di avere un porto funzionale e maestranze qualificate, purtroppo c’è una carenza strutturale che ci costringe a portare le nostre barche a Viareggio per essere ultimate. Speriamo che i progetti di cui si sente parlare da anni siano realizzati in tempi brevi, altrimenti rischiamo di perdere terreno rispetto ai nostri concorrenti. Noi abbiamo 200 dipendenti e stiamo continuando a lavorare anche con la crisi, forse meriteremmo più attenzione da parte delle istituzioni”.
La nautica rispetto al 2008 ha perso il 28,6% di fatturato a livello provinciale. Non si sbilancia Manuela Paladini, responsabile regionale Cna Nautica: “Non possiamo ancora parlare di segnali di ripresa per la nautica perché al momento non se ne vedono. Ci sono realtà, cantieri, sia di grandi che di piccole dimensioni che hanno retto bene la crisi e hanno mantenuto il livello di produzione pre-crisi. Il settore è in sofferenza, e questo è innegabile. Siamo in una fase di stallo. A soffrire meno i cantieri che sono stati capaci di diversificare le produzioni e le aziende di refitting e di rimessaggio. A soffrire di più, le piccole aziende terziste, quel panorama di micro-imprese che lavorano nell’ombra della subfornitura; chi fa vetroresina soprattutto. In questo settore la perdita della forza di lavoro c’è stata, ed è stata importante”.
FONTE: http://www.0585news.com/?p=1009