A testimonianza del fatto che questa Route du Rhum non è una regatina l’imbarcazione Oman Air di Sidney Gavign ha disalberato nella notte ed è scuffiata. Ecco il diario del velista francese. Stavamo andando veloci di bolina in condizioni di mare non impegnativo. La velocità era tra i 18 ei 22 nodi, ero con Fiocco 2 e Reef 2, il mio lavoro J3 era pronto. Ero in attesa, perché il vento è destinato ad aumentare un pò. Era giorno, ero ben riposato e nutrito e così tutto è andato bene, non c’era nulla danneggiato sulla nave in quel momento. Finora è stata buona gara da questo punto di vista.
Dopo un salto su un’onda, un pò più difficile di altri, ho sentito un crack e pensato che fosse la deriva. Mi sono alzato di scatto e ho visto che lo scafo sottovento era rotto probabilmente un metro di distanza dal galleggiante. Il galleggiante è uscito dalla traversa e da lì a poco la barca si è capovolta. La mia prima preoccupazione era di trovare la mia tuta di sopravvivenza, zattere e sacca. Ho capito subito che la barca sarebbe rimasta a galla e l’acqua non sarebbe venuta in barca, perché quella era la mia prima preoccupazione. Così ho messo la tuta di sopravvivenza e ho chiamato il direttore di gara.
Ho detto al direttore di gara che stava per partire il mio segnale EPIRB perché avevo bisogno di essere salvato.
Quando la tua barca infrange ti rendi conto che è botto incredibile. Parlando della mia vita, mi sono reso conto molto presto che ho avuto dei buoni riflessi per cercare la tuta di sopravvivenza e roba del genere. Il debriefing sicurezza abbiamo avuto a Saint Malo era ancora fresco nella mia mente.