Spesso si dice che le pale eoliche in Italia in realtà non servano per arrecare benefici, ma vadano solamente a deturpare il paesaggio. C’è però chi ha offerto un punto di vista differente e ha spiegato perché invece è un fatto positivo vederle. A farlo, nello specifico, Marco Affronte, naturalista, divulgatore scientifico ed ex europarlamentare.
Sul Corriere Romagna, Affronte è autore di un’opinione dal titolo molto chiaro: “Io, le pale eoliche, le voglio vedere”. E nel testo spiega il perché.
Affronte parte da una una considerazione molto semplice: “Le fonti di energia rinnovabili, rispetto alle fossili, hanno un problema: occupano spazio”. E spiega: “Per catturare le due maggiori fonti di energia rinnovabile che abbiamo, il sole e il vento, dobbiamo ‘stendere’ impianti diffusi; nel caso del solare, significa coprire ampie superfici, siano esse tetti, campi, parcheggi, o isole galleggianti in mare. Per catturare il vento ci servono spazi in cui sistemare le pale eoliche, normalmente molto grandi. E’ un presupposto della transizione energetica, che ormai a parole tutti vogliono, ma per molti solo a condizione che lo spazio occupato sia quello di qualcun altro”.
Partendo da una grande differenza, ossia il modo in cui viene prodotta l’energia rinnovabile e il modo in cui viene prodotta quella fossile, si è voluto sviluppare un pensiero che evidenzia come sia importante la presenza di tutte quelle strutture che producono “energia green”. E come il vederle, averle sotto gli occhi, non sia un qualcosa di negativo, ma di positivo. Secondo quanto sottolineato, dunque, se si vuole perseguire la strada delle fonti rinnovabili e ottenere energia dal vento, è indispensabile la presenza degli strumenti che lo consentono.
Affronte spiega: “L’energia elettrica arriva nelle nostre città e nelle nostre case, ma non vediamo mai come viene prodotta. Non vediamo l’enorme centrale termoelettrica che per produrla brucia continuamente tonnellate e tonnellate di petrolio o di carbone, scaricando in atmosfera i gas che hanno ipotecato il nostro futuro e reso terribile quello dei nostri figli. E non vediamo nemmeno, a meno che non vogliamo vedere, le devastazioni provocate dall’estrazione delle fonti fossili, le gigantesche miniere di carbone, le sabbie bituminose del Canada, la disseminazione di crateri del fracking in Usa, le praterie di pozzi di petrolio. Non li vediamo e ci è sempre andato bene così. Anche troppo”.
E aggiunge: “Beh, le rinnovabili e la transizione energetica cambieranno i nostri paesaggi. Se siamo molto bravi e molto veloci, forse salveranno anche il nostro futuro. Sono inesauribili (per questo si chiamano rinnovabili), non inquinano l’aria che respiriamo e liberano l’atmosfera dalla cappa che crea il riscaldamento globale. Che non è mica poco. Però le vedremo, ovunque. E sarà bello vederle, e sarà importante vederle, perché i nostri figli sapranno che sono lì per la loro sopravvivenza, e noi anzianotti ci sentiremo meno in colpa perché abbiamo fatto disastri, ma stiamo cercando, in maniera tangibile, di porvi rimedio”.
Nel suo articolo di opinione, Affronte esprime quindi il desiderio che il parco eolico al largo delle coste riminesi venga fatto e lo si possa vedere, dimostrando che un passo alla volta si sta in qualche modo agendo per salvaguardare il futuro del nostro pianeta.
E infine una richiesta: “Basta pressapochismi. Nel mio specifico: chi continua a parlare genericamente di impatti ambientali, per favore, cominci a elencare quali sarebbero, e se possibile supporti le sue affermazioni con delle evidenze. Se non è in grado, lasci perdere. La percezione del paesaggio sarà anche soggettiva, ma la scienza è un’altra cosa”.
Foto: Hans – Pixabay