Onorato tra accuse e rimpianti “Non avremmo potuto vincere”
Onorato, i commenti sui blog internazionali e sui giornali specializzati sono piuttosto duri nei vostri confronti…
“Anche questa è una manifestazione d’affetto. Evidentemente ci vogliono bene”.
In sostanza dicono: ma come, le regole le avete fatte voi, l’architettura della competizione è la vostra, i parametri economici sono quelli scelti da voi, e voi per primi non ce l’avete fatta a trovare i soldi?
“E’ una contestazione inesatta: noi i soldi per fare la coppa li abbiamo trovati eccome. Anzi ringrazio gli sponsor che ci hanno dato fiducia”.
E allora perché vi ritirate?
“Perché non avevamo abbastanza fondi per competere realmente con i grandi. Cioè, per provare a vincere la Coppa. Io sono uno sportivo. Un marinaio e uno sportivo. A me di partecipare senza competere davvero non interessa”.
Va bene, però così – insomma – sembra avere ragione chi pensa che le regole che avete scritto siano una farsa. Cioè scritte per far partecipare tante imbarcazioni e lasciare a una sola, la più ricca, Oracle, la possibilità di vincere…
“Altra contestazione sciocca. L’America’s Cup non è mai stata nella sua lunga tradizione un evento low budget. Anzi è stata sempre un evento con escalation di budget. Quello che abbiamo fatto noi – intendo il challenger of the record e il defender – è stato costruire un evento che avesse dei costi bassi per lo start up. Cioè che permettesse a chiunque di partecipare. Insomma abbiamo abbassato il limite inferiore di spesa. Quello superiore non lo abbiamo toccato. Non c’è mai stato in Coppa America. E non sarebbe stato giusto cambiare”.
Questo comporta che la prossima Coppa America sarà un evento per quattro gatti, miliardari.
“Mah, non penso proprio. Ci sono un sacco di iscritti”.
Che però proprio come Mascalzone hanno trovato il budget per partecipare ma non per competere. Insomma Ellison sta vincendo la Coppa in queste ore…
“Ma no, qualcuno in grado di competere ci sarà. Penso ad Artemis e ai neozelandesi…”
E basta. Se potesse tornare indietro, rifarebbe tutto quello che ha fatto?
“Sì , sono molto orgoglioso del lavoro che abbiamo svolto. L’abbiamo fatto con umiltà e senza manie di protagonismo. Abbiamo abbassato i costi creando la classe della Ac 45 che è bellissima e non è ancora stata apprezzata per tutto il suo valore. Sono davvero molto orgoglioso”.
Indosserebbe ancora la cerata di Oracle per firmare la sua iscrizione? Quel gesto mandò su tutte le furie buona parte della comunità velica internazionale.
“Faceva un freddo cane quel giorno. Che dovevo fare, ammalarmi come un cretino? Ero in gommone e ho messo la prima cosa che ho trovato. Sinceramente mi rifiuto di pensare che questo possa essere un problema”.
Ci pensa a quello che potrebbe dire Alinghi in queste ore? Li avevate accusati di voler comprare la Coppa, di aver fatto un evento per pochi e adesso…
“Sinceramente no. Non credo che possa dire nulla Alinghi. La sua Coppa era stata organizzata in un periodo diverso da questo. Di boom economico. Noi siamo nella fase terminale di una crisi che ha tagliato le gambe a mezzo mondo”.
Chi sarà il prossimo Challenger of the record?
“Penso che quel ruolo verrà naturalmente ricoperto da Artemis”.
Ha qualche recriminazione? Magari il governo o qualche istituzione poteva fare qualcosa per voi, come è successo ai neozelandesi…
“No, nessuna recriminazione. Quando c’è qualcosa che non va la prima cosa è domandarsi dove si è sbagliato. Me lo sono chiesto mille volte in queste ore e la mia unica risposta è stata che il contesto economico generale non ci ha lasciato altre possibilità”.