Economia

Quando la vela genera energia

Si è concluso il progetto “Verde come Vela – in viaggio per mostrare e dimostrare il vivere sostenibile” che ha visto il Class 40 timonato da Marco Nannini, portacolori del progetto, impegnato in due regate – 151 Miglia Race e della Giraglia Rolex Cup – in un viaggio documentario lungo le coste del Tirreno che ha coinvolto le strutture portuali di Liguria, Toscana, Lazio e Sardegna. In 19 giorni di navigazione e 940 miglia percorse Verde come Vela è stata completamente autosufficiente dal punto di vista energetico grazie all’uso di tre tecnologie che sfruttano le fonti di energia rinnovabili, sole, acqua, vento: idrogeneratore, pannelli fotovoltaici e generatore eolico. La barca ha prodotto più del proprio fabbisogno: 17,2 kWh contro 12,7 kWh, risparmiando in totale 100 litri di gasolio ed evitando l’emissione in atmosfera di 268 kg di CO2Secondo Alberto Buogo, rappresentante della Rete d’Impresa BoatEcology «Il progetto “Verde come Vela – in viaggio per mostrare e dimostrare il vivere sostenibile” si è concluso il 3 agosto con il ritorno della nostra potente barca oceanica alla base del Marina del Fezzano. Dopo la partecipazione alle regate della 151 Miglia Race e della Giraglia Rolex Cup abbiamo intrapreso una crociera di 19 giorni nel Mediterraneo, coinvolgendo nel nostro progetto di sensibilizzazione ambientale le coste e le strutture portuali di Liguria, Toscana, Lazio e Sardegna.

Realtà diverse tra di loro che hanno risposto tutte con straordinaria accoglienza e partecipazione. Il bilancio finale è ancora meglio di quanto avessimo previsto e già pensiamo al prossimo anno, spinti dall’entusiasmo di chi ci ha ospitato durante le tappe. Sarà stato merito del fascino di una barca che ha fatto due volte il giro del mondo o, del grande seguito che il nostro skipper Marco Nannini ha tra gli appassionati o, merito del gruppo di lavoro di Boat Ecology, la rete di imprese che ha promosso e supportato il progetto, insieme al contributo dato dal nostro equipaggio che ringrazio personalmente per la professionalità e l’energia che ha saputo trasmettere quotidianamente nonostante le fatiche del viaggio. Sicuramente alla base c’è la bontà di un messaggio che abbiamo scoperto essere già chiaro e condiviso dal pubblico. Il dibattito ambientalista oggi ha spento i fanatismi di un tempo e finalmente l’opinione comune riconosce in modo indiscusso che rispettare l’ambiente ci aiuta a vivere meglio, c’è solo bisogno di esempi concreti. D’altra parte “Verde come Vela” non aveva la pretesa di portare nessuna novità, ma come dice il nostro claim, voleva dare una dimostrazione concreta: il cambiamento è possibile, è facile da ottenere, l’azione del singolo è potente.

Per questo abbiamo scelto di fare un viaggio a tappe che ci portasse a contatto diretto con la gente, abbiamo scelto una barca a vela, ritenuta il mezzo ecologico per antonomasia e abbiamo dimostrato che anche questa può essere decisamente migliorata, con poco. A bordo nessuna tecnologia prototipale o avveniristica, solo prodotti collaudati e reperibili sul mercato. Grazie al supporto tecnico e finanziario di Boat Ecology abbiamo installato le principali tecnologie che producono energia da fonti rinnovabili, confermando la validità del generatore eolico e soprattutto dei moduli fotovoltaici, tra questi abbiamo voluto scegliere un’eccellenza del Made in Italy aprendo una collaborazione con Solbian Energie Alternative, fondata da Giovanni Soldini e Marco Bianucci, inoltre abbiamo testato anche una tecnologia al momento meno diffusa tra i croceristi scoprendone l’efficacia e la semplicità: l’idrogeneratore che ci ha fornito la maggior parte dell’energia.

In 19 giorni e 940 miglia di navigazione non ci siamo mai allacciati ad una colonnina elettrica e non abbiamo mai acceso il motore per ricaricare le batterie, la nostra barca era completamente autosufficiente tanto da produrre più del fabbisogno: 17,2 kWh contro 12,7 kWh. Così la nostra barca ha risparmiato in totale 100 litri di gasolio evitando l’emissione in atmosfera di 268 kg di CO2. 

Questo è il fatto concreto da cui ripartire. Nel “Vademecum del diportista sostenibile” che abbiamo distribuito lungo il nostro viaggio si evidenzia che le imbarcazioni circolanti in un anno nel mediterraneo sono mediamente più di 100.000, se il semplice esempio di “Verde come Vela” venisse raccolto dagli altri, provate voi a fare i conti dell’impatto ambientale evitato e se questo ancora non vi interessasse, pensate al risparmio economico in gasolio. Il passaggio del testimone da una barca eco-efficiente alle strutture portuali e turistiche che costellano i chilometri di coste italiane è immediato e più che mai significativo. Lo dimostrano l’interesse e la partecipazione che le istituzioni e gli operatori del settore hanno manifestato alle conferenze organizzate durante le tappe a terra del nostro tour. A tutti è apparso chiaro un concetto: sostenibilità significa qualità e sicurezza, quei fattori che rappresentano allo stesso tempo, il mezzo per riportare sviluppo e ricchezza ed il fine a cui dobbiamo tendere.

Il concetto è condiviso e non aspetta altro che essere applicato. Boat Ecology, forte dell’esperienza maturata con il progetto “Verde come Vela”, proseguirà nell’implementazione di piani di sviluppo in grado di facilitare gli operatori del settore nautico e portuale, strategici per l’Italia tanto dal punto di vista economico quanto ambientale e lo farà puntando sempre di più sul coinvolgimento delle istituzioni che governano il territorio, delle forze economiche che lo alimentano e delle risorse ambientali che lo rendono unico al mondo. In attesa che la stagione estiva si concluda e che i lavori riprendano a settembre ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato al progetto “Verde come Vela”, fortunatamente sono tantissimi.»

Il Class40 di Marco Nannini – Mowgli

Il viaggio di Verde Come Vela

 

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