E’ mai possibile che in un momento di crisi in cui un evento, seppur di facciata, potrebbe dare un’altra immagine di Napoli che non sia la “spazzatura”, non riesca a mettere tutti d’accordo? Qualche giorno fa SailBiz aveva anticipato che Nisida, la porzione di insenatura a 200 metri da Bagnoli davanti al carcere minorile, sarebbe stata scelta come la soluzione di un piano B, via di fuga per l’empasse Coppa America a Napoli, e ieri il Corriere del Mezzogiorno ha confermato tale scelta. Sempre il Corriere anticipa che la fee pagata da Napoli agli organizzatori è stata di 10milioni di euro, (a SailBiz risultano 20M€). Nonostante tutto siamo ancora in alto mare e pertanto dagli States tuonano: “adesso basta a noi non interessa dove si faccia purché sia a Napoli“. Ma la classe politica si sta rendendo conto dell’immagine che sta dando nel mondo? Sono consapevoli che Napoli non merita tutto questo? Inutili i trionfalismi spesi nei mesi scorsi da parte delle Istituzioni; alcuna stampa ha anche parlato di un tutto esaurito per quella settimana di aprile…e ora? Scommettiamo che la tappa del 2013 non sarà più a Napoli? La gente per bene si è stufata di queste strumentalizzazioni politiche e vuole solo godere di un evento velico internazionale che gli è già sfuggito nel 2007!
Il danno provocato dall’imprudenza di chi ha gestito questa partita è a dir poco incalcolabile. Fretta, pressappochismo, eccessiva centralizzazione: ed ecco il risultato. Ora che l’indisponibilità di Bagnoli pare sia stata accertata dal ministero e dall’autorità giudiziaria, da dove si ricomincia?
In ogni caso, adesso il minimo che si possa chiedere a Comune, Regione, Provincia e Unione industriali è la trasparenza assoluta, senza se e senza ma, su tutte le decisioni che dovranno essere prese. Tutte! E guai a chi dovesse provare a tirare in ballo la segretezza delle trattative internazionali, come pure è stato fatto in passato. Finora il cane da guardia dell’opinione pubblica si è limitato a vigilare. Da questo momento in poi sarà bene che si prepari a mordere. Anzi, ad azzannare. E tanto per cominciare è auspicabile che la società costituita per l’evento cominci a dotarsi di un portavoce ufficiale. Uno di quelli che, come gli americani insegnano, sia abilitato a rispondere sempre e comunque, a qualsiasi ora, a tutti e in breve tempo. E che, se non è in grado di rispondere, motivi immediatamente e in modo convincente il perché. In poche parole: vada per lo spettacolo. Ma basta con l’avanspettacolo da teatro amatoriale.
Fonte: Il Corriere del Mezzogiorno