Tra le iniziative serate con i campioni, regate, Alassio per alleato e un premio per disabili. Nel 1996 c’era la carta intestata, sono stati organizzati alcuni incontri, ma alla fine il progetto non ha camminato. Nell’estate del 2008 l’idea è rifiorita, per poi frenare dinanzi alla crisi economica. Ora, il progetto ha ritrovato linfa ed è pronto per il varo: martedì 15 dicembre, presso lo studio del notaio Paolo Bonomo, nascerà lo Yachting Club Torino.
Sì, yachting club. Anziché yacht club. La differenza è minima, quasi sofismo. La seconda accezione sta per associazione di proprietari di yacht, di barche; la prima, un sodalizio di persone che pratica la vela. Una scelta, quest’ultima, che forse meglio si taglia sulle finalità del sodalizio, quelle della «creazione e mantenimento di un sentimento orientato a favorire lo sport velico e nautico in generale», si legge nell’oggetto sociale. E in particolare, «nei confronti dell’attività sportive svolte da persone con disabilità fisica».
E la sede? Provvisoriamente, sarà quella della Società Canottieri Esperia, sulla sponda destra del Po. Qui, a fine gennaio, inizi di febbraio (attenzione, sarà periodo di Coppa America) si terrà la prima assemblea dello Yachting Club, in occasione della quale saranno stabiliti cariche sociali e ruoli. E, si pensa, si terrà anche la prima iniziativa pubblica dell’associazione: una serata con un grande della vela (sull’agenda Giovanni Soldini, Torben Grael, Francesco de Angelis).
Prima, però, l’atto costitutivo, che vedrà affiancarsi ai soci promotori i cosiddetti fondatori. Successivamente, le iscrizioni si apriranno ai soci ordinari, simpatizzanti, benemeriti. La quota annuale proposta è di 150 euro. E’ pronta anche una prima programmazione di massima delle iniziative sociali: oltre alle serate con i campioni, una serie di regate che andrebbero a chiamarsi «Torino Tris Trophy»: una competizione di team formati da un equipaggio di Star, uno di Melges 24 e un velista di 2.4. E poi, un premio internazionale, a favore di due persone (tra cui un velista) con disabilità che si sono distinte nel mondo dello sport, della cultura o eccellendo nei loro settori. Quanto alla sede a mare, la scelta sarebbe caduta sul Circolo Nautico di Alassio.
Resta da capire chi c’è dietro il varo dello Yachting Club, progetto che «ha raccolto grande simpatia nella Torino della vela», dice Antonio Spinelli, che è uno di questi e che è anima di Argo Challenge, il sindacato torinese che vuole portare anche atleti disabili in Coppa America. Della partita sarà anche l’avvocato Gianfranco Putaturo, uno dei riferimenti velici del capoluogo. E, rigorosamente dopo l’atto costitutivo, il notaio Paolo Bonomo, armatore di «Aurora», la barca che ha vinto l’ultima Giraglia Rolex Cup. Poi i fratelli Edo e Vanni Pavesio, velisti di lungo corso, e Gianluca Grisoli, vice-campione del mondo Laser Junior. E Andrea Magni, dell’agenzia di comunicazione Media Vip, un altro «melgista» e organizzatore del circuito Volvo Cup.
Per gli altri nomi, bisogna attendere il 15 dicembre. Certamente non mancherà Lars Grael (il fratello di Torben), terzo agli ultimi Mondiali di Star in Svezia e skipper di Argo Challenge. E, a proposito di Argo, visti i buoni legami del sindacato torinese con Ernesto Bertarelli, c’è chi dice che anche il patron di Alinghi guarderà con simpatia allo Yachting Club della Mole.
di fabio pozzo – torino
Fonte: La Stampa