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Patagonia, il mondo alla fine del mondo

“Dove si trova la Patagonia?”, domandai a 17 anni. “Da quella parte” mi rispose qualcuno indicando l’est del cielo con un largo gesto. Io guardai. Sotto un cielo carico di nuvole si apriva una frangia azzurro pallido che illuminava una terra piena di promesse. Per me da allora la Patagonia è quel pezzo di cielo blu”. Ci disse così nella sua ultima intervista Francisco Coloane, il grande scrittore cileno figlio di un capitano di navi baleniere che ha raccontato per tutta la vita questo Sud dal cuore di ghiaccio. Un Jack London australe che ha imparato a navigare portando da solo una piccola barca a remi perché soltanto così poteva andare a scuola. E ha dato voce a contrabbandieri senza tesori, indios spogliati dei sogni. E a chi è arrivato quaggiù cercando qualcosa, la via delle Indie, la rotta per i ghiacci del Sud, la risposta è un’inquietudine. “Non c’è niente in Patagonia” affermava Borges. Ma, proprio per questo, da secoli è un’attrazione irresistibile: talmente vuota che può essere riempita dei nostri sentimenti, delle nostre inquietudini, plasmata secondo i desideri. Da Sailing&Travel

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