Economia

Per non dimenticare che al Giglio c’è una nave abbandonata

In poco più di tre settimane la Costa Concordia si è spostata di circa 60 centimetri verso il mare aperto. Un piccolo passo ogni giorno, in certi casi a un millimetro l´ora in altri a una velocità dieci volte superiore, per avvicinarsi all´abisso, cioè allo scalino dove il fondale fa un salto verso il basso e la profondità diventa di 70 metri. Il dato contiene solo una stima dei primi giorni dopo il naufragio, quando gli strumenti del gruppo della facoltà di geologia dell´Università di Firenze che tengono sotto controllo lo slittamento non erano ancora stati messi sulla collina di fronte al punto dove la nave si è piegata. La misura diventa inquietante se si considera, come ha ripetuto ieri il commissario per l´emergenza Franco Gabrielli, che la Costa Concordia potrebbe restare lì anche 7-10 mesi, sempre che tutto vada bene, prima di essere rimossa. Se lo spostamento restasse di questo livello o diventasse superiore ci sarebbe da preoccuparsi. «Non possiamo escludere che nei prossimi mesi i movimenti continuino a questo ritmo – dice Nicola Casagli della facoltà di geologia – Da Repubblica – Certo, negli ultimi giorni abbiamo visto spostamenti più ridotti». A muoversi è soprattutto la prua. Gli esperti stanno valutando se con il tempo la nave, deformandosi e prendendo la forma del fondale, non diventi più stabile. «Stiamo studiando interventi per impedire lo scivolamento della nave», ha detto ieri Gabrielli durante un´audizione in

Senato.
Ieri il Tribunale del riesame di Firenze ha confermato gli arresti domiciliari per Francesco Schettino. Sono stati dunque respinti i ricorsi della procura e dei legali dell´indagato. La prima chiedeva che il capitano tornasse in carcere, i secondi che venisse liberato. «I giudici fiorentini hanno accertato non solo la sussistenza di gravissimi indizi di colpevolezza per tutti i reati contestati all´indagato Schettino ma anche, ciò che è più importante, la sussistenza di gravi e rilevanti esigenze cautelari. Mi stupisce quindi che non abbiano accettato la nostra richiesta di custodia in carcere», ha detto il procuratore di Grosseto, Francesco Verusio, che aspetta di leggere le motivazioni. L´avvocato Bruno Leporatti di Grosseto ha così commentato: «Il sistema giudiziario funziona. I giudici del riesame hanno applicato la legge senza farsi influenzare dalle suggestioni dell´opinione pubblica». Salvatore Parascandola, l´altro avvocato di Schettino, ha parlato con il comandante: «E´ sollevato per non essere tornato in carcere. “Ora si lavora alla difesa sostanziale, discuterò con più serenità con i tecnici”, mi ha detto». La difesa ha nominato un gruppo di consulenti. Sul fronte delle indagini, la procura ha ascoltato tre dirigenti della Costa, persone che fanno parte dell´unità di crisi incaricata di intervenire in caso di problemi sulle navi.

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