Oceano

Puma guida, 15 giorni per 4800 miglia

Gli americani di PUMA hanno preso la leadership in una giornata che viene considerata da tutti come clou per il futuro della sesta tappa. La flotta continua a navigare in parallelo, risalendo la costa brasiliana e si appresta ad affrontare una nuova zona di transizione del vento prima di poter finalmente imboccare “l’autostrada” degli alisei. Le prossime ore diranno chi ha preso la prima, e potenzialmente decisiva, scelta tattica della frazione verso Miami.

 Gli americani di PUMA si sono portati in testa al gruppo al rilevamento delle 9, dopo una notte che ha pagati i dividendi alla scelta del team di Ken Read, tanto che al report di mezzogiorno Mar Mostro ha un vantaggio di quasi otto miglia sul suo immediato inseguitore, CAMPER with Emirates Team New Zealand. PUMA ha approfittato di una posizione mediana, fra i nordisti di CAMPER e Abu Dhabi, e i sudisti Telefónica e Groupama 4, e lo ha fatto in un momento cruciale della prima fase della sesta tappa. Tom Addis, navigatore di PUMA descrive così la scelta fatta. “Abbiamo preso una specie di scorciatoia a Cabo Frio su  Groupama e Telefónica, siamo stati un poco più in terra, vicino alla corrente. Non era male, la corrente, anzi il nostro report migliore è stato proprio quello. Si tratta di un compromesso fra vento e distanza, ma abbiamo ancora un ostacolo avanti. Mi pare che i rischi siano maggiori sottocosta, quindi preferisco essere più al largo. Tutto però potrebbe cambiare in fretta.”

Vicina a superare la barriera delle 4.000 miglia alla meta, la flotta avanza in parallelo con una separazione laterale intorno alle 70 miglia fra Groupama 4, la barca più sopravento e a est e Abu Dhabi, lo scafo più sottovento e a ovest. La media delle velocità si è rialzata rispetto a ieri e secondo l’ultimo rilevamento le barche navigano fra i 14,2 nodi di CAMPER e Abu Dhabi e i 17,8 di Telefónica, che è la barca che ha coperto la distanza maggiore nelle ultime 24 ore con 331 miglia. Pablo Arrarte, timoniere del team spagnolo testimonia che l’equipaggio è soddisfatto.
“Spingiamo al massimo, come sempre. Sarà una tappa complicata e noi faremo del nostro meglio. Abbiamo iniziato bene, stiamo andando dove vogliamo, abbiamo scelto questa tattica e la stiamo seguendo, vediamo se la meteo ci darà una mano.” Secondo Gonzalo Infante, responsabile meteo della Volvo Ocean Race, è possibile che il lavoro fatto nelle quattro prime giornate si definisca oggi. “E’ un momento molto critico, nel quale i team hanno la possibilità di capitalizzare la propria posizione.” Davanti alla flotta infatti si estende una nuova zona di transizione che si frappone ai tanto agognati alisei anche secondo quanto dichiara il navigatore di PUMA Tom Addis: “La tappa finisce a Miami, molto vicino a dove si esauriscono anche gli alisei, perciò se i trades vanno da qui a Recife e fino alla linea del traguardo, il primo che riesce a entrarci ha un vantaggio non da poco. Si può prendere tanta strada e poi diventa difficile per gli altri recuperare. Ci sono punti dove le scelte non sono critiche, ma questo sì.”

Una situazione che sulla carta sembra non favorire CAMPER e Abu Dhabi, che ora sono separati di quasi sei miglia e paiono perdere terreno nei confronti degli avversari. Le previsioni indicano che entrambi entreranno in una zona di vento leggero nelle prossime ore che li costringerà a soffrire fino a domani mattina. Anche i team concorrenti più al largo rallenteranno la loro marcia, però presumibilmente meno a lungo. In teoria l’opzione est è favorita e i primi a entrare nei venti portanti potrebbero essere PUMA, Telefónica e Groupama 4, ma non necessariamente in questo ordine. E’ d’accordo con questa possibilità anche il navigatore di Groupama Jean-Luc Nélias, che in un collegamento con la base di Alicante ha descritto il sistema meteo come: “Un sistema che dobbiamo per forza attraversare. È un po’ come i Doldrum. Il primo che entra rallenta e il primo che riesce a uscire riparte e guadagna strada sul secondo, il secondo sul terzo e così via. Però una volta che si è entrati tutto è così rischioso e complicato che non è detto che il primo dentro sia anche il primo fuori…” E, come previsto i modelli meteo non sono di grande aiuto ai navigatori e agli skipper. “I modelli che vediamo sono diversi, uno dice che sarà un disastro per CAMPER e Abu Dhabi, un altro più o meno il contrario. Credo che le barche più a est siano favorite perché avranno un angolo migliore in un aliseo leggero.” Si prevede che i team possano impiegare circa due settimane per portare a termine la sesta tappa, lunga oltre 4.800 miglia, e giungere a Miami intorno al 7 maggio.

Related Posts