Oceano

Sodebò e HH un record time by time

“E’ incredibile, ho appena superato Capo Horn!” –ha raccontato Thomas Coville ieri alle 12:24 ora francese. E’ emozionato ed eccitato nella sua comunicazione radio, dopo aver affrontato solo poche ore fa una tempesta con onde di 6-8 metri e raffiche di vento a 50 nodi. La tempesta si è abbattuta durante la notte, ma, grazie alla sua lunga esperienza e al suo istinto, ha ridotto di tre mani la vela maestra appena in tempo. Capo Horn rappresenta la fine dell’Oceano del Sud e condizioni di maggiore calma. Dopo 38 giorni senza vedere la terra. Con condizioni sfavorevoli di vento nell’Atlantico del sud due settimane fa, Thomas ha dovuto prendere una rotta più lunga e, sebbene Sodebo sia più veloce del detentore del record IDEC, Thomas è finito dietro di 1300 nm. Entrando nel Pacifico del Sud, l’obiettivo di Thomas era trovarsi con un ritardo di meno di 1000 miglia a Capo Horn per avere l’opportunità di risalire l’Atlantico in modo più agevole di due anni fa, quando aveva oltre 4 giorni di ritardo. Ieri, a Capo Horn era  a 687 miglia da IDEC, quindi è più che possibile battere il record.
Il maxi trimarano Sodebo sembra in condizioni perfette tranne che per due elementi  della vela maestra che si sono rotti qualche giorno fa. La sfida che durerà ancora 7000 miglia non sembra preoccupare lo skipper di Sodebo. Dopo aver indossato la tuta Helly Hansen Ocean Drysuit per due settimane, finalmente può scegliere un abbigliamento più leggero.

Tre incontri settimanali con Thomas Coville:
“Video live” tutti i lunedì e giovedì alle 16,00 – Thomas Coville invita visitatori a bordo del maxi trimarano Sodebo per 15 minuti di video e diretta con 8 telecamere a bordo. Ogni giovedì i canali televisivi sono in grado di ricevere direttamente il segnale disponibile per tutti coloro che desiderano trasmettere immagini dal vivo o registrate

38° giorno di mare. Alle 12.24 di ieri Thomas Coville ha superato Capo Horn.
E’ incredibile, passo Capo Horn con voi. Sono con Neutrogena a 50 metri da me! E’ la prima volta che passo così vicino. Sono le 12.24  ora francese (prime ore del mattino a Capo Horn), quando Thomas Coville passa Capo Horn!

Un’emozione grandissima
Poche ore fa, il marinaio solitario affrontava una tempesta, con onde di 6-8 metri e raffiche di vento a 50 nodi. “E’ in quei momenti” – confida Thomas – “che ci si sente piccoli piccoli”. Per istinto ha ridotto di tre mani la vela maestra. “Nulla mi spingeva a farlo se non l’istinto di sopravvivenza e soprattutto l’esperienza”.
Perché tutti i navigatori del mondo lo dicono: se il Pacifico è il più vasto oceano del mondo,  è anche il più temibile con venti violenti intorno all’Antartico e onde pericolosissime.
Chiamato così nel 16° secolo da un certo Magellano che vi ha certamente incontrato dei punti di calma piatta, il Pacifico del Sud assomiglia piuttosto ad un campo di mine per i navigatori che non hanno che un desiderio: uscirne al più presto! Non per niente lo skipper di Sodebo ha soprannominato la punta a forma di scorpione del continente sudamericano “le Cap de Bonne Délivrance”.
Si percepisce il sollievo di chi ha lasciato le acque ostili del Pacifico. “In questi momenti ti dimentichi di tutte le sofferenze che hai provato in quelle situazioni di pericolo in cui sei sempre sul filo del rasoio”.

In diretta con FRANCK CAMMAS
E poi, grazie ai miracoli delle telecomunicazioni, Thomas risponde a Franck Cammas  (anche lui in mare nel Golfo di Guascogna a bordo del suo VOR 70). Ricordano insieme Capo Horn che hanno passato il 4 marzo 2010, esattamente un anno fa. Rievocano la risalita dell’Atlantico e le condizioni che lo skipper di Sodebo dovrà incontrare nuovamente. E quindi riflette sulla sua condizione di solitario e riconosce talvolta di rimpiange di non avere a bordo un terzo uomo per aiutarlo. “Ciò che tento appartiene all’estremo”. Dopo aver rievocato le sensazioni vissute, lo skipper, che ha passato 38 giorni senza vedere neppure un lembo di terra, dedica questo Capo Horn a tutti coloro che hanno in testa o nel cuore il suo tentativo di record.

Il cronometro come avversario
Concentrato da 38 giorni, cioè più di 5 settimane, su questo tempo eccezionale realizzato da Francis Joyon nel 2008, lo skipper di Sodebo macina miglia con la costanza di un extraterrestre. Partito da Brest sabato 29 gennaio, Thomas Coville ha già percorso 19 186 miglia ad una media di 21, 03 nodi. Gli restano 7000 miglia in linea retta per raggiungere Brest. Lui che ama vivere nel presente, che si costringe a focalizzarsi sulla sua velocità e che evita di impazzire ripassando nella sua testa lo stesso film all’infinito, tenta di resistere come può alla pressione del cronometro che non si ferma mai. Sa che per certo che ci sono 19 giorni, 16 minuti e 34 secondi davanti a lui per battere il record del giro del mondo in solitaria (attualmente di 57 giorni, 13 ore, 34 minuti e 06 secondi).

Affrontando la battaglia del Pacifico, si era prefissato come obiettivo di avere meno di 1000 miglia di ritardo a Capo Horn per tentare la risalita dell’Atlantico  in condizioni psicologiche migliori di due anni fa.  Oggi è a 687 miglia di ritardo da Idec. Tutto è ancora più che possibile. Francis Joyon aveva dovuto rallentare dietro Capo Horn per riparare la sua imbarcazione. Thomas sembra in condizioni perfette tranne due elementi della vela maestra che si sono rotti di netto. Quanto alle sue condizioni fisiche, lo skipper di Sodebo non sembra preoccupato per queste 7000 miglia ancora mancanti.

Buon vento a Thomas!

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