Ottime notizie per la nautica da diporto italiana. Secondo quanto emerso dalla pubblicazione “L’Italia in 10 selfie 2021. Un’economia a misura d’uomo per affrontare il futuro”, frutto del lavoro di ricerca e indagine condotto da Fondazione Symbola, il settore è tra i protagonisti dell’eccellenza del Made in Italy, accanto all’industria del design, del legno arredo e del settore delle energie rinnovabili.
La nautica da diporto italiana è leader per saldo commerciale e tra i maggiori esportatori. Non solo. La nautica Made in Italy vanta un fatturato globale di 4,78 miliardi di euro.
Proprio in riferimento alla nautica Made in Italy, nella pubblicazione – realizzata in collaborazione con Unioncamere e Assocamerestero, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero della Transizione Ecologica – si legge: “Nella nautica siamo leader per saldo commerciale, con più di 2 mld di dollari (2,2), davanti a Regno Unito (1,5), Paesi Bassi (1,4), Germania (0,7) e Polonia (0,5), e siamo tra i maggiori esportatori, secondi solo ai Paesi Bassi, davanti a Regno Unito, Usa, Francia e Germania. La nautica Made in Italy con un fatturato globale di 4,78 mld di euro, di cui 1,64 mld nel mercato interno, e 23.510 addetti diretti”.
I dati sono stati commentati da Confindustria Nautica, che ha sottolineato: “Il rapporto mette in luce la performance straordinaria del nostro settore nel mondo, vera eccellenza riconosciuta, fortemente apprezzata e ricercata”.
Ma il rapporto non ha acceso i riflettori solo sulla nautica Made in Italy. Un particolare riferimento è stato fatto anche al Made in Italy sempre più “green”. Nello specifico, è stato sottolineato che “sono oltre 432mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti (31,2% del totale) che hanno investito nel periodo 2015-2019 in prodotti e tecnologie green. In pratica quasi una su tre. Un valore in crescita rispetto al quinquennio precedente, quando erano state 345 mila (24% del totale). Un dato che cresce nelle imprese guidate da imprenditori under 35 dove la quota delle investitrici è stata pari al 47%. Dal 2015 il numero di investimenti è quasi triplicato: passando da una quota del 7,9 % delle imprese al 21,5% del 2019 (pari a 300 mila imprese). Guidano gli investimenti sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili insieme al taglio dei consumi di acqua e rifiuti, seguono la riduzione delle sostanze inquinanti e l’aumento dell’utilizzo delle materie prime seconde. Le imprese che investono nel green esportano e innovano di più e generano più lavoro. Sono oggi 3,1 mln i greenjobs”.